Il nuovo Parma vuole tornare al più presto nel grande calcio, ma intanto il lungo Purgatorio nelle serie inferiori continua a essere tempestato di ritorni al passato più o meno gradevoli per i tifosi.
Dopo lo sfogo di Pietro Leonardi, che si è scusato con i tifosi solo per l’andamento del campionato che portò alla retrocessione del 2015, ritenendosi però non il principale colpevole del fallimento, ora tocca a Rezart Taci divulgare la propria verità sugli ultimi mesi di vita del Parma Fc. L’imprenditore albanese è stato il penultimo proprietario della società, prima della fugace gestione Manenti, pur non comparendo mai nel ruolo di presidente.
Di lui, Leonardi ha detto “ricordo solo che un giorno mi ha fatto passare sette ore davanti ad un fax in attesa del bonifico per pagare gli stipendi che mi annunciava tutti i giorni per due mesi”, ma secondo Taci, intervistato da LodiFanfulla.tv, le cose sono andate diversamente:
“L’idea di acquistare la società fu di un legale italiano. Io presi la documentazione e acconsentii, ma a certe condizioni. La principale fu che la società non avesse più di 78 milioni di euro di debiti e invece, dopo due settimane di gestione, abbiamo scoperto che i debiti erano 214 milioni, più altri 50 prodotti dai successivi 3-4 mesi di attività. Il Parma aveva quindi 265 milioni di debiti ed era ultimo in classifica, con vari problemi legali e un centinaio di giocatori nel registro della società. Ghirardi dice che sono io il responsabile del fallimento? Non saprei come sia possibile accumulare 265 milioni di debiti e 100 giocatori a libro paga con una gestione di appena due settimane…”.
Taci ha poi spiegato la decisione di cedere il club a Manenti, ultima tappa del calvario crociato: “Decisi di cedere quando capimmo che quella sarebbe stata la strada più semplice, non c’erano più i presupposti per continuare. L’unica possibilità era quella di denunciare la vecchia proprietà e portare i libri nelle istituzioni appropriate, ma decidemmo di non fare male alla vecchia proprietà”.