Ringhio Gattuso ‘ospite’ di Enrico Ruggeri

Enrico Ruggeri racconta la storia di “Ringhio” Gattuso martedì 25 ottobre, alle 15.30, a Il falco e il Gabbiano su Radio 24 con il contributo di un ospite speciale, Marcello Lippi, allenatore della nazionale nel 2006, anno in cui vinsero il mondiale.

Rino Gattuso ha solo tredici anni quando lascia la Calabria per giocare nel Perugia. Un anno solo per poi prendere il volo verso Glasgow, dove impressiona tutti per la sua grinta. Lui è uno che in campo macina chilometri e se ne accorge il Milan che lo accoglie sotto la sua ala protettiva nel 1999 e lo tiene stretto fino al 2012. Scudetti, Coppe e il Mondiale nel 2006 con la Nazionale di Marcello Lippi, coronano il sogno di un bambino che ha sempre giocato mettendoci il cuore.  

E’ il 1999 quando Gattuso si trasferisce al Milan, la sua squadra del cuore, dove conquista la maglia numero 8, si insedia stabilmente a centrocampo e si trova in squadra con Maldini, Albertini, Costacurta. Diventa uno di quei giocatori di cui il Milan non può fare a meno. E’ in questi anni che nasce il suo soprannome “Ringhio”, glielo affibbia Pellegatta dopo averlo visto affrontare a muso duro i suoi avversari.

Di Ringhio infatti si ricordano gli sguardi inferociti rivolti all’arbitro, le braccia alzate ad incitare la curva, le scivolate sui piedi dell’avversario, sempre e comunque nei limiti della correttezza, nella sua carriera Ringhio di gol ne ha fatti pochissimi, ma lo abbiamo detto per lui non è mai stato importante fare gol, per lui prima di tutto conta la squadra. E sull’attaccamento alla maglia non c’è niente da dire perché Gattuso al Milan ci rimane tredici stagioni, praticamente tutta la carriera, e il palmares è d’eccezione: due campionati, due Champions, due supercoppe europee, una coppa intercontinentale una coppa Italia e due supercoppe italiane.
 
Ringhio è anche in Nazionale in quel 9 luglio 2006 all’Olympiastadium di Berlino. È la nazionale guidata da Marcello Lippi che nei due anni di qualificazione ha creato un gruppo compatto in grado di valorizzare anche chi non ha le doti di un fuoriclasse. Il c.t. della nazionale afferma che è riuscito nel suo lavoro grazie al contributo di quei giocatori che oltre alle abilità tecniche hanno anche grandi qualità morali e uno di questi è proprio Rino Gattuso.

Articoli correlati