L’ex attaccante della Roma e del Bayern Ruggiero Rizzitelli, ai microfoni di passionedelcalcio.it, ha parlato dei giallorossi, della Nazionale e del calcio in generale.
Ancelotti farà bene al Bayern Monaco? Riuscirà a vincere la Champions League?
Tra italiani non ci gufiamo (ride, ndr), ma Carlo ha vinto ovunque, quindi perché non potrebbe fare come Zidane col Real Madrid lo scorso anno e sbaragliare la concorrenza? Passando poi dall’Europa in Germania la squadra bavarese non dico che vincerà a mani basse ma è superiore rispetto a tutte senza dubbi.
Spalletti doveva far giocare Totti contro il Porto visto che era l’ultima possibilità di accedere e vederlo giocare in Champions?
Farlo entrare sul 3-0 poteva anche essere presa come un’umiliazione da Francesco. Se fossi stato nell’allenatore avrei chiesto direttamente a lui se voleva entrare.
Lei è stato l’ultimo attaccante dei giallorossi senza Totti e lo ha visto debuttare al suo posto. Come sarà di nuovo la Roma senza Francesco da qui a un anno?
Difficile pensare a una Roma senza Totti anche perché ormai quando dici Roma dici inevitabilmente Totti. All’estero esclamano: “Come non ci sarà più?”. Lo si dà per scontato ormai come se fosse eterno. La vita però va avanti. Dobbiamo cercare un nuovo Francesco Totti, consapevoli che ne nasce uno ogni chissà quanto. Bruno Conti punta giustamente sul settore giovanile. E’ lì che devono concentrarsi i nostri sforzi.
Quando Boskov le ha detto: “Facciamo entrare il ragazzino” ha avuto qualche sensazione? Cosa ci hai visto in quel ragazzino lì?
Più che sensazioni in quel momento, io lo vedevo allenarsi. Ce ne erano di ragazzi forti, ma poi spesso si perdevano perché non avevano testa. Lui riusciva con la determinazione, la forza di volontà a far correre i vecchietti nella partitella del giovedì (tra prima squadra e primavera). D’altronde non puoi essere per 25 anni alla Roma, essere sempre al centro dell’attenzione mediatica senza i cosiddetti attributi.
Che differenze ci sono tra Boskov e Spalletti?
Vujadin diceva sempre: “Dai dai che vinciamo la Champions” anche se eravamo ultimi. Luciano invece è decisamente coi piedi per terra. Ci vuole un po’ di razionalità nel calcio (ride, ndr).
La partita che sancì l’eliminazione degli azzurri durante la qualificazione per Euro92 fu giocata in Russia e lei colpì un palo negli ultimi minuti. Cosa pensa del nostro girone per qualificarci al mondiale del 2018 che si disputerà sempre in terra russa? Con lo spareggio tra seconde non rischiamo l’eliminazione? Non abbiamo tutto da perdere con squadre come Israele?
Sì assolutamente, dobbiamo stare attenti, anche se Ventura sta inculcando una nuova mentalità a tutti. Non c’è più il 3-5-2 di Conte. La squadra abbiamo visto è più votata all’attacco che alla difesa. La concentrazione è tutto, perché se non siamo pungolati a livello di stimoli la paghiamo cara.
La Spagna è la più forte del gruppo G anche se l’abbiamo battuta a Euro2016?
Non è più quella di un tempo ed il suo ciclo è finito. Nonostante sia palesemente in fase calante rimane comunque la più ostica da affrontare.
L’Albania guidata dall’italiano De Biasi può essere l’ago della bilancia per noi nel bene o nel male?
Può essere tosto affrontarla e dobbiamo guardarci da loro sicuramente.