“Vincere il derby”. Lo striscione esposto dai tifosi del Parma al termine della partita contro il Bassano non ha bisogno di commenti e non sarà sicuramente sfuggito a Roberto D’Aversa. Agli occhi dei supporters del Parma, le gare contro Sudtirol e Teramo avranno un peso ben diverso dalla sfida più attesa dell’anno.
Ovviamente non è così sul piano della classifica, ma il neo-mister crociato ha l’esperienza calcistica sufficiente per capire che fare bene in “quella” gara sarà il modo migliore per entrare nelle grazie di chi frequenta il “Tardini”, e non solo.
L’accoglienza dei tifosi infatti è stata quantomeno tiepida. Forse non avrebbe potuto che essere così, perché l’erede prescelto di Apolloni dopo 10 giorni di consultazioni non è certo il tecnico esperto della categoria come da identikit tracciato dal vice-presidente Ferrari.
Roberto D’Aversa in Lega Pro non ha mai allenato e non è che l’abbia fatto molto neppure in altre categorie, avendo esercitato il mestiere per appena un anno e mezzo a Lanciano, in B, nella stagione 2014-2015 e fino a gennaio 2016, quando l’esonero decretato dalla società frentana, travolta ormai dalla crisi economica che l’avrebbe portata al fallimento, non evitò la retrocessione.
Insomma un pedigree che non esalta il tifoso-medio, inevitabilmente deluso dai primi passi della nuova stagione e che si chiede perché tanta attesa e tante consultazioni per poi partorire una scelta in apparenza di secondo piano, ma che dall’altra parte incuriosisce chi non aspettava altro che un tecnico “a digiuno” di Parma”, quindi senza pregressi affettivi (come Apolloni o l’ipotesi Crespo), e neppure troppo affermato, ma al contrario pronto a sfruttare l’occasione Parma per crescere di pari passo con squadra e società.
Ha giocato a Terni con Calaiò e ha allenato Leonardo Nunzella a Lanciano, ma nonostante questo entrerà nello spogliatoio in punta di piedi. Per entrare nel cuore dei tifosi, invece, potrebbe usare la scorciatoia dell’imminente “partita dell’anno”: il 20 dicembre se ne saprà di più…