Ha vinto scudetti con la Lazio e la Juventus, impossibile chiedergli indulgenza verso il simbolo della storia romanista… Marcelo Salas fa arrabbiare i tifosi giallorossi nell’intervista esclusiva concessa a Calciomercato.it, dando un parere sul futuro di Francesco Totti: “Tutti vorremmo giocare fino a quarant’anni e capisco Francesco, ma il campionato italiano è competitivo e non è facile per un giocatore sopra i 35 anni riuscire a fare bene. Penso che arrivi un tempo per tutti”.
Parole chiare, che bissano seppur in maniera meno edulcorata quelle pronunciate da un amico di Totti, Cannavaro, che lunedì ha confessato di aver consigliato al 10 giallorosso di intraprendere la carriera dirigenziale.
Salas ha poi detto la propria sul 5° scudetto consecutivo della Juventus: “Non ho mai avuto dubbi sul fatto che la Juve potesse centrare il titolo anche in questa stagione. È vero che non erano partiti bene, ma guardando le partite ho sempre avuto l’impressione che questa squadra avesse i mezzi per farcela. Hanno dimostrato di essere i più forti, mi ha sorpreso per la capacità di adattamento. Passare in un club molto importante come la Juventus nel quale conta solo la vittoria non è semplice, ma lui non ha pagato il salto dal Palermo”.
Per El Matador (l’originale, prima dell’arrivo di Cavani…) la Juve può anche pensare di sacrificare Pogba in caso di offertona: “Io penso che davanti all’offerta giusta, la Juventus possa anche pensare di cedere Pogba, per provare poi a mantenere alta la qualità della squadra investendo i soldi ottenuti dalla sua cessione. Un po’ quanto avvenuto nel passato con Zidane”.
Poi una carrellata su un paio di ex compagni, Mihajlovic e Simeone.
“Detto che non è facile giudicare le decisioni dall’esterno, credo però che Sinisa meritasse più fiducia al Milan. Ha grandi capacità come allenatore e poi è un grande uomo. Spero che il prossimo club nel quale lavorerà possa credere maggiormente in lui. Simeone? Ho un grande ricordo di Diego, con lui ho condiviso diverse esperienze alla Lazio. Eravamo compagni di stanza e ricordo la cura del dettaglio che aveva nel preparare le partite, aspetto che si nota anche adesso nella sua carriera da allenatore. Al momento penso possa esser considerato tra i migliori allenatori in circolazione e spero possa tornare in Italia”.
Ma adesso all’Inter c’è Mancini…: “Quando sono arrivato alla Lazio, Roberto è stato uno dei miei compagni di stanza – ha concluso Salas – Ha sempre avuto questo carattere così forte che lo porta spesso a dire ciò che pensa senza mezze misure, aspetto che a volte ha provocato qualche polemica. Personalmente però, preferisco un tipo come Roberto che dice le cose che pensa in faccia e non alle spalle”.