“Avevamo paura di non essere all’altezza. La Serie A non è uno scherzo. Io, però, dico che proprio il pareggio con la Lazio alla prima di campionato e la vittoria contro l’Udinese ci hanno in qualche modo disorientato”, Leonardo Semplici a tutto campo in una intervista al Corriere dello Sport.
Il tecnico della Spal fa un bilancio di questa prima parte di campionato degli estensi: “Abbiamo affrontato tutte le grandi: all’appello mancano solo la Fiorentina, la Roma e la Samp. Anche quando abbiamo perso, a Ferrara le grandi hanno comunque sofferto. La gara contro il Napoli? Quella è stata, per noi, la gara… dell’illusione. Abbiamo pensato, sbagliando, che in fondo in questo campionato potevamo starci comodi, ci siamo forse un po’ rilassati”.
“La Spal è squadra che, con me in panchina, ha metabolizzato molto bene il concetto che per vincere a calcio serve giocare bene. A volte, però, dobbiamo imparare che serve anche il cinismo, che paga di più di buttare il pallone in fallo laterale. Adesso, però, ci siamo messi sulla giusta strada. In certe circostanze c’è da essere rapidi a cambiare pelle, a rischiare di meno privilegiando la strada della concretezza. A volte è meglio essere meno belli e più efficaci che il contrario. I grandi obiettivi si rincorrono osando, ma anche trovando il giusto punto di equilibrio nel momento decisivo: sono i punti che servono, il resto viene dopo”.
Conquistare la permanenza in A “sarebbe come vincere la Champions League, dobbiamo conquistarla coi denti, le unghie, con tutto”.
“Durante tutta l’estate, a livello mentale, mi sono preparato a questa stagione, consapevole di tutte le montagne che avremmo dovuto scalare, del fatto che la mia Spal è la diciottesima società per budget a disposizione”.
In caso di vittoria con i viola: “Se festeggerò una vittoria da ex? Festeggio sempre le vittorie. La mia Primavera? Abbiamo vinto la Supercoppa e non fosse stato per la girandola dei rigori forse ci saremmo giocati anche lo scudetto. Era una squadra molto valida. Chiesa potrà essere protagonista di una carriera straordinaria, Babacar ha solo bisogno di fiducia e minuti”.