Luciano Spalletti volta pagina dopo la sofferta vittoria ai rigori col Pordeone e si rituffa in campionato: “Partiamo dalle nostre certezze con la voglia di non mollare il primato: me lo voglio tenere il più a lungo possibile”.
“Si è già parlato delle difficoltà che abbiamo incontrato contro il Pordenone. Ne parlo ancora. Sbagliato dire che i giocatori l’abbiano presa sottogamba. Il problema è stato nella gestione delle nostre forze, forze tecniche. Il reparto d’attacco tutto nuovo forse ha creato un po’ di difficoltà, forse io ho cambiato troppo. E nel complesso qualcuno non ha reso al meglio. Poi qualcosa bisogna dire alla squadra… Io vengo dalla campagna, dalla natura vera, so come si comporta il predatore sulla preda, ci mette sempre il massimo della forza, e noi abbiamo centrato questo fatto qui. Quei 120 minuti di martedì peseranno? No. Se ci andiamo a lamentare per tre impegni in otto giorni, vuol dire che qualcosa non va bene. I giocatori hanno recuperato, i giocatori vogliono vincere tutte le partite, anche quelli che avevano i muscoli pieni di fatica, tipo Eder, Nagatomo, Vecino. Tutti pronti”.
Capitolo mercato: “Si sono viste le qualità dei giocatori, si sono visti i vantaggi… Lo zoccolo duro della squadra si sa qual è… La differenza l’hanno fatta le mie scelte, in Coppa Italia. Se metto Karamoh nella quadra base, fa la sua bella figura. Se metto Cancelo allo stesso modo, fa bella figura.- Se ne cambio nove su undici, qualche problema emerge, ed è emerso. Il mercato di gennaio? Fino a quando il presidente non dirà chiaramente cosa vuol fare, dovremo fare tutti un po’ di silenzio. Creare aspettative, avere fiducia o sfiducia su nomi che si erano fatti e poi non sono venuti, queste cose non fanno bene ai tifosi, ai calciatori, all’Inter e non fanno bene ai risultati. Se mi chiedete chi voglio dico: Sergio Ramos, Iniesta e Sanchez davanti. E allora? Poi si ricomincia con le telefonatine, quelli che ci hanno portato fin qui dove li mettiamo”.