Neanche il tempo di atterrare e, nella sua prima conferenza stampa (al fianco di Baldissoni), Luciano Spalletti ha subito preso in mano la situazione e definito l’obiettivo della Roma (e che obiettivo!) senza fronzoli: “Se deludessi i tifosi, come mi sono venuti ad accogliere all’aeroporto, poi mi prenderebbero per un orecchio e mi farebbero fare il giro della città, solo che io già la conosco. A parte gli scherzi, bisogna subito sterzare e dobbiamo riappropriarci delle nostre qualità; mi aspetto fin da domani una reazione fortissima… niente alibi, dobbiamo vincere subito”.
“C’è da fare una grande risalita – ha chiarito immediatamente il nuovo allenatore giallorosso -, serve un allenatore che non faccia danni, anche una curva che ruggisca e che canti ‘Grazie Roma’”.
E per quanto riguarda il mercato? Spalletti è enigmatico: “Prima di tutto devo conoscere i miei calciatori, di alcuni non conosco bene le qualità e sono in ritardo perché domani si gioca e devo fare la formazione. Se li ha scelti Sabatini che è un grandissimo dirigente apprezzato da tutti delle qualità le hanno. È chiaro che poi ci sarà un confronto e parleremo delle cose che possono essere aggiustate, ne discuteremo. Avevo fatto un regalo a Sabatini, ma per ora lo tengo per me”.
Il tecnico toscano ha raccontato anche i motivi che lo hanno spinto a tornare nella Capitale: “A me faceva piacere allenare la Roma quindi è stato subito facile convincermi. La distanza non è una discriminante negativa, Pallotta ha una passione sfrenata per questa squadra, ho visto come gira per casa. In città c’è amore per questa squadra”.
Inevitabile per Spalletti tornare con la memoria alla sua prima esperienza sulla panchina della Roma, trattando l’argomento Totti e soprattutto l’argomento modulo: “A Totti ho dato ancor di più di quello che avevo; quando venni ad allenare la Roma, ho cercato di non disturbare il suo talento e la sua qualità, ora cercherò di nuovo di non disturbarlo. Il suo contratto? È una questione tra lui e il proprietario, e non posso essere io a influenzare la trattativa”.
“Il 4-2-3-1 mi divertiva – ha spiegato -, a volte mi sono esaltato a vedere andare i miei giocatori così forte; fin quando non cambiano le misure del campo proseguirò così, con questo modulo”.
È quindi ufficialmente voltata la pagina che raffigurava Rudi Garcia. Spalletti tuttavia ha reso onore al suo predecessore francese: “Garcia ha fatto un buon lavoro, dato che questa squadra ha giocato partite splendide, a periodi. Ha fatto quello che doveva fare. Io cambierò qualcosa, ma l’obiettivo resta sempre la continuità e che la mia squadra sia più brava dell’avversario di turno”.