Lo senti raccontare i ricordi di quella cavalcata-promozione vecchia di 26 anni, o della finale Uefa ’95 giocata e vinta contro la Juventus, con un trasporto e un’emozione tali come se gli eventi fossero successi l’altro giorno, e capisci subito perché Parma è speciale per Massimo Susic, e perché Massimo Susic è speciale per Parma.
L’ex difensore gialloblù, tesserato a più riprese per la società emiliana tra il 1987 e il ’96 tra un prestito e l’altro, ha raccontato il proprio rapporto con Parma a Sportal.it, ma tra amarcord e retroscena c’è stato spazio anche per l’attualità.
Perché Susic, che adesso fa l’allenatore e nella scorsa stagione ha guidato per qualche giornata il Treviso in Eccellenza, sarebbe corso a piedi a Parma in caso di chiamata dalla società per il ruolo di vice di Gigi Apolloni, amico e compagno di tante battaglie: “Certo che sarei venuto, lavorare per una società organizzata e serie come ha dimostrato di essere il nuovo Parma sarebbe stato molto bello, nessun allenatore se la sarebbe fatta sfuggire – ha detto l’ex difensore, tra le altre, anche di Udinese e Messina – Ma non c’è stato alcun contatto, così continuerò a seguire il Parma da lontano”.
E da addetto ai lavori, Susic prova a fare le carte al prossimo campionato: “Si profila una Lega Pro di altissimo livello, con squadre come il Parma e il Piacenza, che sono neopromosse, ma anche Cremonese, Bassano, Pordonone, Alessandria, senza dimenticare il Venezia che sta facendo uno squadrone. Sarà fondamentale vedere come avverrà la suddivisione dei gironi, mi sembra che la volontà sia quella di tagliarli in verticale, vedremo”.
Poi, spazio ai graffiti: “L’anno della promozione fu il primo da quando fui tesserato per il Parma – ricorda Susic – in cui mi fu data la possibilità di giocare, i primi due ero andato via subito, a Messina e a Udine. Giocai 37 partite su 38, saltando solo la prima di ritorno contro la Reggina per somma di ammonizioni. Fu un’annata davvero magica, la società lavorò alla grande inserendo alcuni elementi di esperienza come Donati, Zoratto e Zunico in un gruppo giovane. Fummo promossi a dispetto di tutti i pronostici offrendo anche un gioco spettacolare grazie a mister Scala. Vivemmo un momento difficile quando ci tolsero i punti a tavolino contro la Reggina, ma la vittoria di Trieste fu quella della svolta. Eravamo un gran gruppo, ma gran parte del merito fu della società che non ci fece mai mancare nulla, standoci vicino anche nei momenti più difficili. In particolare fui contento per Fulvio Ceresini, che sento ancora oggi, e che fu eccezionale nel guidare il club dopo la morte del padre, che era un riferimento per tutti noi”.
Dopo altre esperienze Susic sarebbe tornato a Parma nel ’94-95. Era quello già tutto un altro mondo, con tanti trofei già in bacheca. Il più bello però doveva ancora arrivare, la Coppa Uefa vinta ai danni della Juventus, a San Siro, con Susic titolare a sorpresa dopo una stagione da comprimario: “È un ricordo fantastico, quell’anno giocai poco anche perché ero arrivato tardi dal fallimento del Pisa, fui inserito nella lista Uefa all’ultimo, ero una riserva e dovevo sfruttare tutte le occasioni che mi furono date. All’andata rimasti in tribuna, ma a fine partita mister Scala mi avvisò che mi avrebbe mandato in campo da titolare al ritorno. A San Siro giocammo con tre quarti di stadio juventino, fummo fischiatissimi, ma il gol decisivo di Dino Baggio arrivò proprio sotto ai nostri tifosi”.
Dovendo scegliere a quale ricordo dare la “medaglia d’oro”, però, Susic non ha dubbi: “Battere la Juve è una cosa enorme, ma per un tifoso parmigiano conquistare una promozione dopo aver vinto a Natale 2-0 in casa della Reggiana e poi festeggiare grazie al 2-0 sempre contro di loro al ritorno penso sia il massimo del godimento”.
Susic c’era e in base all’affetto che riscuote ancora quasi 30 anni dopo presso i tifosi, sembrano passati davvero pochi giorni.