Bologna 7 punti, Verona 0 punti. Eccolo il verdetto, implacabile del Dall’Ara.
Una rasoiata, filo d’erba firmata Svanberg manda i felsinei in (momentaneo) paradiso ed i gialloblù su una strada, al momento, di non ritorno. La gara, se fosse finita in parità, non avrebbe sollevato obiezioni ma chi segna, in partite equilibrate, vince. Il Bologna ha realizzato una rete, il Verona no. Anzi i felsinei non si sono accontentati, il Verona si è afflosciato dopo la segnatura al firmata Svanberg ed al termine mancavano ancora 11 minuti e 6 di recupero. Testuale il presente: Bologna 7 punti, Verona 0. Il futuro prossimo ovvero domenica: Inter-Bologna, Verona-Roma.
Primo tempo. Entra in campo e si vede un altro Verona a Bologna, che in classifica di punti ne ha 4 contro gli 0 tondi scaligeri, contro una squadra cinica, pronta a colpire al primo errore gialloblù. Si gioca in profondità, fasce interpellate per scodellare la giocata vincente. Barak-Faraoni e palla al limite per Caprari, la retroguardia felsinea si immola. Di Francesco si dispera, Mihajlovic osserva attentamente che succede nella sua metà campo. In attesa che i suoi, Barrow ed Orsolini in testa, ritornino determinanti.
Non è il campo del Bologna delle meraviglie, dei tocchi a cui si inchinava a metà anni sessanta l’Italia pallonara, tutta. Poesia e tecnica calcistica allora, non ce ne vogliano oggi tifosi e (soprattutto) i telespettatori che il sistema calcio-business ha plasmato. In allenamento corsa, corsa ed ancora corsa, accompagnati da una palestra degna di sciatori (quantomeno) amatoriali. Questo è il calcio odierno, meglio un anticipo che un esterno, meglio una fase difensiva che un marcamento “a uomo”: eh sì una volta si raccontava questo ai pulcini negli spogliatoi, di quello che era considerato lo spauracchio delle retroguardie avversarie. Questo si sta osservando al Dall’Ara.
Finché al 20, finalmente, per la gioia dei fini palati rossoblù che affollano, trepidanti, lo stadio, ecco Svanberg “pareggiare” le occasioni di marca ospite con una battuta dal limite, non lontana dalla porta difesa da Montipò. Ecco, allora, un paio di giocate che dovrebbero fare intravvedere il Verona targato Di Francesco: palla da sinistra a destra la prima, al contrario la seconda, ottimi i centri degli esterni, peccato che manchi un ariete che sia in grado di insaccarla con portiere e difensori bolognesi a fare le belle statuine anziché difendere i propri sedici metri.
Hellas comanda ma la palla del vantaggio la firma Soriano, servito in verticale: non ci pensa un attimo dal limite, la sfera si avvicina al palo ma esce per le imprecazioni della curva Andrea Costa. Intensità rossoblù non si arresta: Barrow presenta il biglietto da visita, Montipò pure, angolo da cui nulla scaturisce. Si gioca sul filo del rasoio, Hellas in avanti per la serie: “vorrei ma non posso”. Sempre intercettata al momento della conclusione con l’estremo Skorupski inoperoso. Come sulla capocciata di Simeone, solo, indisturbato, occorre altro, sì: a centro area stacco perfetto ma palla a lato.
Secondo tempo. Inizio di ripresa e solito ritornello. Gialloblù avanti, centrano basso, cercano la profondità ma nulla: Skorupski spettatore. Di là, invece, uno che ha fatto la differenza lo scorso anno, di quelli che “vedono la porta”, Barrow, in mischia, sottomisura, la svirgola. E il cronometro oltrepassa il ventesimo minuto mentre Di Francesco inserisce Hongla per Tameze. Barrow ed Orsolini, oggi per Mihajlovic, non sono gli uomini della provvidenza: ecco allora Sansone e Skov Olsen. Di Francesco cambia: dentro Cancellieri in attacco e Ceccherini in difesa. Ma il Bologna esce con quel tocco cinico che rende la squadra di tecnico felsineo, soprattutto al Dall’Ara, squadra da media classifica.
Scorre il 34’, Svanberg, dal limite, fulmina l’incolpevole Montipò sul palo lontano: Bologna-Verona 1-0. Ecco Lasagna, carta disperata della panchina scaligera. Ma il tavolo lo rovescerebbe Dominquez se avesse un minimo di precisione a porta praticamente s palancata: alle stelle. Ed il Verona sarebbe ancora in gioco. Condizionale di obbligo in casi come questi visto che dopo lo svantaggio si sono viste, in campo solo maglie rossoblù. Sei minuti di recupero e Bologna avanti, Verona svuotato. Giusto così. Triplice fischio: Bologna-Verona 1-0.