Carlo Tavecchio ha lanciato un’altra provocazione: “Nel mondo professionistico noi siamo i più esposti d’Europa, abbiamo ancora quasi 100 società professionistiche a differenza degli altri Paesi che ne hanno tutte molte meno. Il calcio è un campanile professionistico, poi c’è il mondo dilettantistico nel quale ci sono persone che mettono dentro la loro stima, la loro risorsa, la loro capacità in grado di costruire un sistema organico come il nostro, dove ci sono garanzie per giocare ogni partita la domenica, anche della più inferiore ma non meno importante categoria”.
“La riforma dei campionati non dipende dal presidente federale ma solo dalla volontà del mondo professionistico di distribuire equamente le risorse nella riduzione delle società. Bisogna rimettere le carte a posto dal punto di vista economico, dei bilanci, delle responsabilità, degli impegni che i professionisti si devono assumere e devono mantenere”, ha concluso il suo intervento il presidente della Figc.