Il vero scopritore dell’immenso talento di Nicolò Barella racconta segreti ed aneddoti del percorso calcistico del motorino sardo
Se c’è qualcuno che può fregiarsi del merito di aver intuito, per primo, le potenzialità di Nicolò Barella, quello è Gianluca Festa. L’attuale allenatore del Larissa, campionato greco, ha degli importanti trascorsi sulle panchine di Cagliari e Como. Proprio le due società con le quali il tuttofare nerazzurro ha dapprima esordito in Serie A – 4 maggio 2015, Caglliari-Parma 4-0 – e poi militato con costanza, da titolare, in Serie B, stagione 2015-16. In un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, Festa ha raccontato gli albori del Barella campione: quello per il quale oggi tutti sarebbero disposti a fare follie.
Barella nel settore giovanile
“Nel settore giovanile spiccava sugli altri, in primis per la personalità: era sfrontato. Sembrava quasi arrogante, anche se in realtà non lo era: aveva una sicurezza assoluta nei propri mezzi. Fisicamente non era un gigante, ma ragazzi: aveva una forza e una corsa clamorose… A Como, per esempio, ero costretto addirittura a stopparlo: pressava in ogni momento, non si fermava mai. Neanche nella rifinitura pre-match: oggi, infatti, non mi sorprende il fatto che riesca a giocarle tutte”.
Il passaggio dal Cagliari al Como
“Tornavamo da una trasferta, all’aeroporto di Roma incontrammo il Cagliari. Gli dissi, scherzando: “Nic, non stai giocando molto: perché non vieni con noi in B a farti le ossa?”. E lui: “Cavolo, Mister: volentieri!”. Non me l’aspettavo, nella settimana successiva chiudemmo l’affare. Fu una decisione intelligentissima: piazza ideale, maglia da titolare, compagni che gli volevano bene, la mia presenza… Purtroppo retrocedemmo, ma quella seconda parte di campionato gli servì tantissimo”.
Il Barella di oggi
“È una mezzala perfetta. Ora manca solo una vittoria importante, partendo dallo scudetto. L’Inter e Conte devono tenerselo strettissimo: il futuro è di Barella”.