Rilanciarsi senza snaturare le caratteristiche della squadra.
Un colloquio franco nello spogliatoi per risalire la china. A partire dalla gara, cruciale, contro la Roma al Bentegodi. Domenica 3 novembre (ore 18) Verona sorvegliato speciale come il suo allenatore Paolo Zanetti, tecnico in bilico dell’Hellas, reduce da 3 sconfitte consecutive: l’ultima nello scontro salvezza di Lecce, la penultima coincisa col 6-1 di Bergamo con l’Atalanta. Classifica: Roma 14 punti, Hellas Verona 9, piena zona retrocessione. Dieci partite: 3 vittorie e 7 sconfitte, 13 reti segnate, 22 quelle subite, una media di nemmeno un punto a partita (0,9).
Rientrerà Montipò, sostituito in panchina a Lecce dal secondo Perilli per scelta tecnica. In campo dall’inizio Magnani, Dawidowicz, Duda, Lazovic, Serdar. Non giocherà Faraoni dal 1′, per un’indisposizione. “È arrivato il momento di tirare fuori tutto per il Verona, per l’Hellas – il pensiero esplicitato da Zanetti -. I ragazzi non devono giocare per me, devono farlo per loro, per il club, per la gente. Bisogna dare il 100 per cento”.
Contro una Roma che il tecnico dei veronesi definisce così: “È una grandissima squadra e ha un ottimo allenatore ma non possiamo permetterci di pensare a quanto è forte la Roma, dobbiamo ripartire da noi stessi”. Ha insistito su un concetto Zanetti: “Questa squadra è costruita per andare a fare gol, non per chiudersi e ripartire in contropiede. Se giochiamo fuori dalle nostre caratteristiche rischiamo di non segnare più, ma di continuare comunque a prendere gol”.
“Ci siamo adattati agli avversari, lo abbiamo fatto a Bergamo e abbiamo preso comunque sei gol. Bisogna ripartire dall’atteggiamento, dall’aggressività, dalla voglia di vincere i duelli. Ad oggi siamo scadenti nei duelli difensivi. Il lavoro difensivo di squadra non è stato corretto e ho provato a cambiare, ma tornassi indietro non lo rifarei”, ha concluso Zanetti.