Le parole di Alberto Gilardino
Alberto Gilardino ha concesso una lunga intervista a Radio Serie A: “La fiducia è fondamentale e determinante per un allenatore, perché sentendosi sostenuto dal club trasmette il tutto alla squadra, allo staff e al gruppo. Il 1 Luglio 2022 sono diventato allenatore della Primavera del Genoa, ma per capire come sono andate le cose dobbiamo fare un passo indietro: mi sono incontrato con il direttore Carlo Taldo in un bar a Chiavari per bere un caffè; al termine del nostro colloquio non avevo certezze o conferme, ma le sensazioni erano molto positive. Io amo questo sport e vivo di emozioni, di passione e di momenti. Di carattere sono molto introverso, ma le emozioni che vivo con questa società sono impossibili da placare. Il 6 Dicembre sono diventato allenatore ad interim della prima squadra: avevo le possibilità di giocarmi la panchina e di dimostrare quanto valevo, con la voglia di giocarsela alla grande. Mi sono portato il mio secondo dalla Primavera e tutto lo staff che avevo, che è stato fondamentale per raggiungere l’obiettivo. In questo lavoro le emozioni vanno lasciate da parte quando si è in campo, bisogna essere chiari con i giocatori e condividere con loro gli obiettivi”.
“Gudmundsson è un giocatore che bisogna lasciare libero all’interno del campo, soprattutto in fase di possesso è molto bravo a ritagliarsi lo spazio nelle zone di campo. Non ha solo dribbling, ma anche attitudine in fase difensiva. Retegui è una prima punta classica, è un giocatore che lavora molto bene dentro l’area di rigore e sa muoversi in quella zona di campo. Sente la porta, poi sa anche lui che può e deve migliorare in tante situazioni, in gioco aperto, nel primo controllo e nella copertura della palla. C’è la volontà di migliorarsi e di crescere, lui lo sa e questo è un vantaggio. Se da ex attaccante sono più severo con lui che con gli altri? Sono uguale con tutti, è normale che con gli attaccanti facciamo lavori specifici così come per gli altri reparti. Lui può e deve migliorare assolutamente, è un giocatore che ha margini di miglioramento importanti nella costruzione, nel primo controllo e nella copertura della palla. Il suo fiuto del gol è istinto, quello ce l’ha dentro. Europeo? Penso che possa essere importante per questa Nazionale e mi auguro faccia un grande finale di stagione con noi”.
“Se allenerò ancora il Genoa? Io dico sempre la verità: qua ho fatto e sto facendo un percorso di crescita incredibile. Il pensiero più grande è finire nel modo migliore questa stagione, ci sarà poi il tempo di pensare al futuro. La decisione non spetterà solo a me, per ora cerchiamo di finire nel modo migliore e fare più punti possibili. In quelle situazioni, oltre all’aspetto contrattuale, bisognerà capire gli obiettivi e i programmi in base a quale sarà la volontà della società nei confronti della squadra. Se la società deciderà di sacrificare giocatori bisognerà capire quali giocatori entreranno, che magari avranno bisogno di tempo per adattarsi. Il mio sogno da allenatore? Confermarmi come allenatore di Serie A, questo diventa importante nell’ottica di futuro immediato. Io vivo molto nella realtà quotidiana, penso una partita alla volta e cerco di non pensare oltre. Cerco di ragionare così anche per il futuro”.