Massimiliano Allegri dà appuntamento al calcio mondiale al prossimo mese di giugno e, dalle colonne del prestigioso ‘New York Times’, spiega come sta trascorrendo questi mesi di lontananza dal calcio.
“Non mi sono preso un anno sabbatico, sono semplicemente in pausa. E la mia pausa finirà nel prossimo mese di giugno. Mi sono dato alla lettura dei thriller, ma anche all’arte. Ho letto un libro su Modigliani e sono andato apposta a Londra per vedere una sua mostra”.
Non si è però dimenticato del calcio, cui sta anche dedicando più tempo del solito: “Quando alleno riesco a vedere video di massimo 5 minuti, poi non ho tempo. Ora invece sto riuscendo a vedere partite intere, oltre che a godermi famiglia e amici. E mi piacciono Klopp, il Cagliari e l’Atalanta di Gasperini che gioca uno contro uno e diverte”.
“In Italia si parla tanto di schemi, ma sono tutte fesserie. Il calcio è arte, ai grandi campioni non va insegnato niente. Serve solo creare le condizioni perché facciano bene. Uno dei più grandi allenatori della storia, Federico Tesio, diceva che da come un cavallo muove le gambe al mattino capisci come correrà. Con i calciatori è uguale, altro che computer. La partita non si guarda dalla tribuna, ma si respira dalla panchina. Guardi in faccia un giocatore e capisci come sta. Poi i Ronaldo, Dybala, Seedorf o Pirlo sanno loro cosa fare”, ha concluso l’uomo dei cinque scudetti consecutivi vinti alla Juventus tra il 2015 e il 2019.