Il tecnico dell’Inter non esclude un ritorno sulla panchina della Nazionale italiana.
“Se penso alla Nazionale mi vengono i brividi, la mia porta per l’Italia sarà sempre aperta”. Non poteva essere più diretta la dichiarazione di Antonio Conte, che nel corso di un’intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera’ non ha affatto escluso un ritorno sulla panchina dell’Italia, sulla quale si è seduto dal 2014 al 2016, raggiungendo i quarti di finale dell’Europeo in Francia.
Parole che spiazzano gli addetti ai lavori, anche se il tecnico salentino si dice concentrato sul presente: “Non so se vinceremo ma faremo di tutto per riuscirci e un allenatore, quando decide di sposare un progetto, è felice se ha la possibilità di lavorare a lungo nello stesso club. Mi piacerebbe ci fosse continuità in tutto. L’Inter è la sfida più difficile della mia carriera, ma dare la propria impronta e restare tanti anni è la cosa più bella per un allenatore”.
Conte ha poi fatto un passo indietro alla decisione, non facile, di intraprendere l’avventura nerazzurra: “Mi avevano sconsigliato l’Inter ma mi piacciono le sfide, e l’esperienza alla Juve è stata importante per arrivare con il bagaglio costruito precedentemente. Sono arrivato molto più preparato. Difficile cambiare il chip mentale ad una squadra che non vince da 10 anni, inconsciamente cerchi alibi e dai la colpa ad altri, non vedi i tuoi limiti. La differenza tra mentalità vincente o semplicemente campare è alzare la pressione, lavorare su ogni settore e non solo sui calciatori, e diventare un rompiscatole”.
Dall’allenatore dell’Inter è poi arrivato un complimento non da poco al suo predecessore, parlando dei colleghi che all’Inter non sono riusciti ad ottenere i risultati sperati: “Allenatori bravi ce ne sono tanti, penso a Spalletti, che fa calcio. Il problema poi è rompere determinati equilibri per indirizzare la barca dove ti hanno chiesto di portarla, anche se qualcuno si può pentire di averti scelto”.