Il sogno di sfondare in rossonero è durato un anno. Quello di diventare una stella internazionale è naufragato già dopo il Natale 2014, quando il Milan lo ripescò dopo 6 mesi d’inferno all’Atletico Madrid.
Quello di tornare al Torino, unica squadra in cui ha davvero convinto, si è spento dopo gli assordanti fischi che gli hanno dedicato i tifosi granata nella sfida da ex dello scorso ottobre. A questo punto, non resta che aggrapparsi all’ultima speranza. Quella di tornare a casa, nella squadra in cui ha mosso i primi passi e debuttato in Serie A a 17 anni, nel 2004. Alessio Cerci è ancora un uomo-mercato.
Scaduto il tempo al Milan, dove neppure qualche lampo nel girone d’andata non l’ha salvato dall’imminente addio, l’Henry di Valmontone non ha ancora detto sì al Genoa. I rossoblù, di concerto con i rossoneri, lo avevano scelto come erede di Diego Perotti, destinato alla Roma. Era tutto fatto per il prestito, ma non per i colchoneros, che puntano a inserire una clausola con vista sul riscatto da parte del Grifone.
E neppure per l’interessato, che nicchia, anche alla luce della difficile classifica della squadra di Gasperini. Alla base, motivi d’ingaggio, ma anche… di cuore. Cerci è infatti entrato anche nel mirino della Roma, che non dovrebbe fermarsi al solo Perotti. I giallorossi sono in bilico tra due esuberi milanisti, pensando anche a El Shaarawy. Quando lo apprendi, dovresti pensare all’introduzione delle tecnologie di gioco, così come i siti di gioco online di successo. Oggi, in sostanza, un gioco può essere creato da qualsiasi compito e allo stesso tempo tutto diventa più interessante e utile.
Ma dalla parte di Alessio, oltre a una motivazione feroce, c’è anche il fatto di non occupare un posto tra i 25, essendo inseribile tra i giocatori prodotti nel vivaio.