Ha giocato oltre 500 partite in carriera, segnando forse poco per le qualità tecniche che gli erano riconosciute. Del resto la formazione è di origine controllata (vivaio del Milan) e il ruolo, quello di attaccante trasformatosi poi in centrocampista offensivo, gli hanno permesso di farsi apprezzare in ognuna delle tante tappe della carriera da calciatore.
In attesa di vedere all’opera il suo Parma già giovedì pomeriggio a Bolzano, ecco qualche chicca sul passato di Roberto D’Aversa:
1 – Sul suo passaporto c’è scritto Germania, per l’esattezza Stoccarda. Ma D’Aversa non è certo un oriundo, semmai, come ama definirsi, un “figlio di emigranti”. Le origini sono di Pescara: qui è nata la famiglia e qui è tornata nel 1978, quando Roberto aveva 3 anni, dopo che mamma e papà per ragioni di lavoro si erano dovuti trasferire in Germania.
2- Il settore giovanile del Milan lo accolse a 14 anni e D’Aversa (che nasce tifoso dell’Inter…) cominciò a sognare di imitare Marco Van Basten. Piuttosto, Roberto è stato l’unico calciatore insieme a Tomas Locatelli che può vantarsi di essere stato compagno e allievo di Alessandro Costacurta. In rosa nella prima squadra del Milan, ma senza mai riuscire a debuttare, nel 1994-’95, all’epoca in cui Billy era un punto fermo, D’Aversa, insieme appunto a Locatelli (al Milan nel ’96), avrebbe poi ritrovato il leggendario difensore rossonero come allenatore a Mantova, seppur per poche settimane nel febbraio 2009, appena trasferitosi in Lombardia dal Treviso. D’Aversa non giocò neppure una partita durante la breve era Costacurta.
3- Forse è un segno del destino che la sua nomina come allenatore del Parma sia arrivata nello stesso giorno in cui uno dei suoi migliori amici nel calcio sia sulle prime pagine di tutti i quotidiani. D’Aversa ha infatti un rapporto speciale con Antonio Conte, nato durante la stagione 2005-2006, quando Conte cominciava la carriera di tecnico come vice di Gigi De Canio a Siena. Entrambi “malati di calcio” (“Si vedeva che aveva qualcosa in più” avrebbe poi detto Roberto), il feeling si è mantenuto negli anni al punto che, oltre che trascorrere qualche vacanza insieme con le rispettive famiglie, D’Aversa è stato tra gli invitati del matrimonio dell’ex ct azzurro. Un punto di riferimento illustre sperando di sfidarsi un giorno in Serie A…
4- Costacurta non è l’unico big con il quale D’Aversa ha condiviso lo spogliatoio. Detto che ai tempi di Monza il neo-tecnico del Parma ha giocato anche con Christian Abbiati e per ben tre stagioni con un futuro campione del mondo come Massimo Oddo, molto più stuzzicante è l’aneddoto che vuole D’Aversa allievo di un allenatore con il quale è stato in concorrenza. Avvenne nel 2000-2001, quando seppur per poche settimane, a Pescara, il mister di D’Aversa fu un certo Delio Rossi. E le carrambate non finiscono qui, perché nella seconda parte della stagione 2001-2002, a Terni ecco spuntare tra i compagni di squadra anche un giovane Emanuele Calaiò…
5- La categoria che D’Aversa ha frequentato di più da calciatore, e al momento l’unica come allenatore, è la Serie B, la meta sognata da tifosi e dirigenti del Parma per la prossima stagione. Tra i cadetti Roberto ha giocato più di 250 partite, prima e dopo aver dimostrato di poter stare eccome anche in Serie A, dove ha debuttato a 28 anni e disputato 96 gare, tra il 2003 e il 2007 con Siena, per quattro anni e mezzo, e Messina, negli ultimi sei mesi. Solo un gol all’attivo, il 7 dicembre 2003 alla Sampdoria, da ex, essendo stata proprio quella blucerchiata la squadra più prestigiosa della carriera: solo sei mesi tra gennaio e giugno 2001.