Prime parole ufficiali in casa Parma dopo la rivoluzione. La turbolenta serata di martedì aveva visto solo il comunicato della società che ufficializzava gli esoneri di Apolloni, Minotti e Galassi e le dimissioni di Scala, poi tanti commenti e voci sul futuro.
Nella mattinata di mercoledì ha preso la parola il vice-presidente Marco Ferrari, che ha spiegato come la società è arrivata alla svolta:
“Questa società ha sempre agito seguendo il principio di delega, pensando non fosse il proprio mestiere immischiarsi nelle decisioni tecniche – ha detto Ferrari in conferenza stampa a Collecchio – Cercheremo di tornare a farlo il prima possibile, ma questo non ci ha impedito di valutare il lavoro dei primi mesi di questa stagione. Forse la proprietà avrebbe potuto continuare a delegare, ma dal momento in cui tutti i proprietari non erano soddisfatti si è deciso di cambiare. Non c’entrano solo i risultati, nessuno ha chiesto la Serie B, ma avremmo dovuto fare meglio. E invece nessuno ha visto un’evoluzione, la possibilità di migliorare i propri limiti. Quindi con il Consiglio di Parma Partecipazioni Calcistiche abbiamo deciso di cambiare l’area tecnica, sperando di migliorare: Scala non ha condiviso questa decisione, come era probabilmente presumibile e con un enorme coerenza ha rassegnato le dimissioni. Decisione condivisa con la squadra? No, abbiamo deciso in autonomia, in questo momento i giocatori devono pensare solo ad andare in campo”.
Ferrari prova poi a smorzare le tensioni che si erano intuite tra le righe della lunga lettera di commiato di Scala, Minotti e Galassi: “Vorrei ringraziare Lorenzo, Andrea e Gigi per quanto fatto per il Parma, sono stati fondamentali con il loro lavoro, nessun tifoso potrà mai smettere di ringraziare per quanto hanno fatto. Credo che il Parma non abbia mai avuto un allenatore con un senso di appartenenza così spiccato come Gigi. E’ normale che in questi momenti ci sia amarezza, ma il nostro progetto resta. ‘Calcio pulito’? Se si intende un’idea di comportamenti corretti è assolutamente ancora in piedi. L’obiettivo di questa proprietà è valutare oltre il risultato di una partita, ma non può prescindere completamente dai risultati e non intendo mere vittorie, ma percorsi tecnici”.
Ferrari argomenta poi le due accuse principali mosse a Galassi e Minotti, rispettivamente la costruzione della squadra (condivisa) e il lavoro di opinionista a Sky dell’ex capitano: “Non ci sono squadre perfette, ma è evidente che ci sono dei limiti. Vorremmo che la squadra tornasse a divertire. Qualcosa si dovrà fare, a partire dalle necessità che manifesterà l’allenatore. Minotti? Il lavoro come opinionista non ha costituito un impedimento al lavoro di Lorenzo. Non vorrei che la nostra decisione venisse sovrapposta agli attacchi che queste persone hanno subìto, questo non è stato un elemento di valutazione”.
Il futuro però è adesso. Sabato ad Ancona in panchina ci sarà Stefano Morrone, tecnico ad interim promosso dalla Berretti. Ma il “casting” sta per partire e Ferrari dà qualche indicazione: “La grinta che ha mostrato Stefano ci ha entusiasmato, si è subito messo a studiare l’Ancona, ci aspettiamo tanto dalla partita di sabato – ha concluso il vicepresidente – La decisione per il futuro non sarà immediata, sceglieremo le persone che ci daranno maggiori garanzie. L’esperienza è sempre rassicurante, ma non sempre è realizzabile ciò che si ha in mente, ci faremo guidare dal buon senso”.