Il direttore generale della Fiorentina Pantaleo Corvino in un’intervista alla Gazzetta dello Sport ha raccontato alcuni retroscena di mercato, in particolare su Pjaca: “In estate potevo prendere lui o De Paul. Ho scelto lui anche perché lo volevano tutti. E perché se avessi fallito questa operazione avrebbero detto che non ero più il Corvino di un tempo. Il suo flop? Certe storie non hanno spiegazioni. Non puoi aspettare nessuno: lui è perfetto in allenamento, ma in partita non riesce a esprimersi. Se andrà al Genoa? Noi non lo mandiamo via ma se avesse altri desideri gli verremo incontro”.
“Traoré? Un segnale di programmazione. E’ un grande talento. Se arriverà anche Diawara? Sapete quanto lo stimi. L’ho portato al Bologna garantendo al club la più grande plusvalenza di sempre. Ma il Napoli vuole una cifra per noi impossibile. Muriel? Si è comportato da uomo vero, mi aveva dato la sua parola. E l’ha rispettata anche dopo l’inserimento del Milan“.
Su alcuni talenti sfuggiti ai viola: “Piccini l’ho scoperto che aveva 12 anni e faceva l’attaccante esterno. Sono stato io a convincerlo che sarebbe stato un grande terzino. Un po’ come feci con Cassetti a Lecce. Quando sono tornato alla Fiorentina era stato ceduto al Betis. Mancini l’ho preso quando era esordiente, ma ci sono state operazioni scorrette nella fase di cessione dal Perugia all’Atalanta, non hanno rispettato un nostro diritto di riacquisto. Andremo in tribunale. Zaniolo? Quando sono arrivato lo avevano ceduto all’Entella garantendosi però una copertura in caso di rivendita. Cosa che è successa. Nella Fiorentina giocava e non giocava, è la dimostrazione di come si può maturare in maniera inaspettata…”.