Dopo Massimo Oddo, Gennaro Gattuso. Un campione del mondo che trionfa in panchina tira l’altro e chissà che la settimana d’oro degli allenatori di Pescara e Pisa non possa portare bene anche a Barzagli, Buffon e De Rossi, i reduci della spedizione 2006 ancora in azzurro.
Allo Zaccheria di Foggia Ringhio ha completato il capolavoro sulla panchina dei nerazzurri, riportati in B dopo 7 anni al termine di un playoff combattutissimo e avvelenatissimo, in particolare nella doppia finale, e che il Pisa non aveva certo affrontato da favorito.
“Nel calcio nessuno mi ha regalato nulla, sia da giocatore che da allenatore – ha detto in conferenza stampa un Gattuso con ancora addosso la rabbia per il finale da cronaca nera, con la bottiglietta che l’ha colpito alla testa e la successiva espulsione – Ho tatuato sul braccio la data del 28 maggio 2003, quella della prima Champions vinta con il Milan. Adesso mi tatuerò la data di oggi”.
Nel futuro di Rino c’è una nuova avventura in B, dopo quella breve e fallimentare con il Palermo. Ma la permanenza a Pisa non è scontata. Gattuso lo dice a proprio modo…:
“Nel mio modo di pensare, di scontato c’è solo la morte. Mi devo sedere al tavolo con la società e, se rimarrò, questa squadra non dovrà essere smantellata, perché ha dei grandi valori umani. Ci saranno 4-5 innesti, ma prima devo sistemare un po’ di cose, perché un’annata come questa l’anno prossimo non capiterà più. La Serie B è più lunga e più difficile e io non voglio assumermi responsabilità che non mi competono”.