Non sarà come la perdita di un top player, situazione comunque che, come insegnato dal caso Pogba, alla Juventus hanno saputo gestire con maestria, ma la separazione tra il club bianconero e Giuseppe Marotta lascia un vuoto all’interno della società, che proprio in coincidenza con l’arrivo del dirigente varesino dalla Sampdoria otto anni fa, dopo una prima stagione di assestamento, aveva iniziato a gettare le basi per il lunghissimo ciclo vincente ancora in essere. Detto questo, proprio come la società ha abituato a fare dopo aver ceduto i propri fuoriclasse, è quasi tempo già di voltare pagina e pensare a come organizzare il futuro assetto dirigenziale.
Al momento l’ipotesi più probabile, almeno a breve termine, è quella di una soluzione interna, con Fabio Paratici, fedele collaboratore di Marotta dai tempi della Sampdoria e attuale direttore sportivo bianconero, promosso nel ruolo di direttore generale. Forse, però, solo per qualche mese, perché si racconta che da mesi a Torino sia in atto la caccia all’erede del dirigente uscente.
L’elenco di nomi sarebbe top secret, ma qualcosa filtra. Si va da Giovanni Carnevali, allievo e amico di Marotta e attuale direttore generale del Sassuolo, avvicinato nei mesi scorsi al Milan, a Michele Uva, profilo apprezzato in Corso Ferraris e attuale direttore generale della Federcalcio. Non manca però anche l’ipotesi suggestiva che conduce a Zinedine Zidane, pronto nel caso a mettere da parte la carriera da allenatore per intraprendere quella dirigenziale.