La stagione dell’Inter è appena cominciata, ma il clima è già incandescente. Dal giorno dell’inizio del ritiro a Riscone non c’è infatti stato un giorno di tranquillità, dall’impazzare del caso Icardi ai malumori di Mancini, che si fanno sempre più ingombranti e le cui conseguenze sembrano essere sempre più imprevedibili. Tutto è da ricondurre alla differenza di vedute sul mercato: da una parte Suning, che vuole puntare su giocatori di valore, ma giovani, che possano garantire il ritorno in zona Champions, dall’altra il tecnico che dopo un anno e mezzo di transizione vuole disporre di una rosa in grado di vincere subito.
L’amichevole persa con il Cska Sofia ha evidenziato per Mancini le lacune della squadra, da Erkin ancora non pronto alla necessità di un uomo d’esperienza e personalità a centrocampo. Il riferimento è ovviamente a Yaya Tourè, il cui acquisto è stato bocciato dal nuovo management, ma definito “uno dei migliori centrocampisti del mondo, e chi discute questo non capisce molto di calcio”. Un attacco in piena regola, che il Mancio deve aver rivolto, magari in modo edulcorato, anche al Ceo Bolingbroke, liquidato in pochi minuti nel summit di Riscone. C’è insomma freddezza reciproca e allora tutto sembra possibile, considerando che anche il probabile acquisto di Joao Mario non entusiasma l’allenatore.
Tutto, forse, tranne le dimissioni del tecnico, che in caso di divorzio punta a rescindere per ottenere una cospicua buonuscita e poi mettersi in attesa di proposte per il ruolo di ct (Inghilterra o addirittura la Costa d’Avorio dello stesso Touré) o di un club all’estero.
Intanto il tecnico ha lasciato il ritiro e si è recato a Milano per regolarizzare il proprio passaporto in vista della tournée negli Stati Uniti. Si rischia così di andare per le lunghe e di prolungare l’imbarazzo, ma di sicuro Suning ha pronte carte alternative, come Frank De Boer, ma soprattutto Prandelli e Leonardo, quest’ultimo possibile tecnico-ponte per un anno prima di entrare in società.