Matias Soulé a cuore aperto su Paulo Dybala e l’addio alla Juventus
Nel corso di una lunga intervista al “Corriere dello Sport”, Matias Soulé, tra i vari temi trattati, si è soffermato sull’addio alla Juventus in favore della Roma e sulle sue sensazioni in merito al ritrovare Paulo Dybala come compagno di squadra.
“L’addio alla Juve è un tasto un po’ dolente per me, perchè non pensavo di andare via, anzi ero concentrato a giocare bene con il Frosinone per meritarmi la riconferma. A gennaio poi sono venuto a sapere che mi stavano cedendo a un club arabo, ma io non avevo alcuna intenzione ad andarci anche se ormai avevo già capito quale sarebbe stato il mio futuro. Ne sono rimasto deluso, poichè pensavo di poter giocare nei bianconeri, però la decisione era già stata presa e io servivo per fare cassa, l’ho accettato e a quel punto non vedevo l’ora di andare via. Ormai loro rappresentano il passato, la Roma è il mio presente e futuro” ha esordito l’ala argentina.
“Paulo è un fratello maggiore, una guida non nel calcio ma nella vita. Quando ero più piccolo, lo vedevo come un mostro sacro, un giocatore a cui non riuscivo ad avvicinarmi perchè ero in soggezione. Poi abbiamo cominciato a conoscerci e abbiamo creato un ottimo rapporto alla Juventus. C’è un aneddoto che non mi dimenticherò mai. Era il suo ultimo anno in bianconero e nel corso di una delle ultime partite della stagione lo vidi parlare a distanza con Landucci mentre mi indicava. Erano finite le sostituzioni, ma Dybala chiese alla panchina di farmi entrare perchè voleva giocare con me almeno una volta prima di lasciare il club. E’ un ricordo che resterà sempre con me, poichè mi ha fatto capure quanto ci tenesse a me” ha aggiunto il classe 2003.
“Non nascondo che ho sofferto nel corso della trattativa con la Roma, perchè c’erano stati un paio di giorni in cui temevo che potesse saltare tutto e avevo le lacrime agli occhi. De Rossi mi ha chiamato per farmi stare tranquillo e per convincermi. Alla fine è andato tutto a buon fine, grazie all’investimento importante dei Friedkin per portarmi nella Capitale” ha concluso Matias Soulé.