Nove giorni all’alba rossonera. Il futuro del Milan si deciderà tra il 30 giugno e il 1° luglio, per quelle che promettono di diventare le 48 ore più importanti della storia recente del club negli ultimi 30 anni, dopo il salvataggio dal fallimento operato da Silvio Berlusconi con la collaborazione di Gianni Nardi.
Mentre il primo giorno del nuovo mese sarà quello della scelta del nuovo allenatore, con Marco Giampaolo “benedetto” anche dai cinesi e in netto vantaggio anche sulla pista De Boer, oltre che su quella Brocchi, 24 ore prima scadrà la scadenza dell’esclusiva firmata con la cordata cinese e poi spostata in avanti dopo l’operazione subita da Berlusconi. Ma adesso che l’ex Premier sta per tornare a casa per cominciare la riabilitazione il gruppo rappresentato da Galatioto e Gancikoff vuole arrivare al dunque. Dentro o fuori, e al momento sbilanciarsi è quasi impossibile, dato che le parti non hanno ancora trovato un accordo totale in particolare su ciò che preme di più a Berlusconi, la garanzia di investimenti duraturi per riportare in alto il club.
Di certo c’è solo la necessità di un aumento dicapitale immediato da 100 milioni, ma il fatto che, in base alle indiscrezioni, i cinesi non siano interessati al momento al frontestadio e non diano certezze riguardo la permanenza di Barbara Berlusconi, potrebbe anche far restare nella penna di Silvio la firma fatidica. Un’ipotesi, quest’ultima, cui i tifosi pensano con terrore, perché farebbe inevitabilmente rima con ridimensionamento. Intanto Galliani sta provando a mettersi avanti sul mercato, per quanto possibile. Incassati i 13 milioni per la cessione di El Shaarawy, i risparmi sugli ingaggi di Alex e Mexes, cui non sarà rinnovato il contratto, e su quelli di Menez e Diego Lopez, diretti verso la Cina e l’Everton, portano il tesoretto da spendere vicino ai 30 milioni. Una cifra sufficiente per dare l’assalto al sogno Vazquez, e che potrebbe incrementarsi in caso di cessione di Bacca.