Quella di mercoledì, a 96 ore dalla prima di campionato, avrebbe dovuto essere una giornata-chiave per conoscere il futuro del Parma in chiave televisiva. Nulla di fatto, invece, anche se mai come in questa occasione il silenzio di Sky non ha fatto rima con assenso.
La tv satellitare non ha infatti presentato alcuna offerta neppure nella trattativa privata con la Lega Pro, che aveva fissato proprio nel 24 agosto il termine ultimo per far arrivare le manifestazioni d’interesse. Si va quindi verso il più o meno clamoroso disimpegno di Sky rispetto alla Lega Pro e il Parma in particolare, un anno dopo il felice esperimento della trasmissione delle 38 partite del girone di Serie D.
Troppo ampia evidentemente la distanza, di pensiero e economica, tra la volontà dell’emittente di coinvolgere nel progetto le squadre più rappresentative del campionato (quindi anche Venezia, Livorno e Catania) e quella del presidente di Lega Gravina di non fare “figli e figliastri”, sia per non far perdere visibilità alla piattaforma Sportube, che trasmetterà tutte le partite del campionato in streaming, sia per non scatenare gelosie tra le 60 squadre iscritte.
Sembra quindi tutto saltato e una conferma indiretta arriva dal fatto che il marchio Sky non comparirà più come retrosponsor sulle maglie del Parma, sostituito da “Viva la mamma”, marchio dell’azienda di salumi Beretta, già sponsor del Torino.
La giornata allora è stata importante in ottica mercato, perché mentre prosegue il provino di Daniele Casiraghi, sta prendendo corpo l’ipotesi di intavolare uno scambio con i marchigiani che porterebbe in biancorosso Matteo Guazzo. Si tratta su conguaglio e ingaggi, ma tale scenario potrebbe permettere al Parma di tenere libera una casella over, appena “guadagnata” grazie alla regola dei giocatori-bandiera, in vista di un ultimo colpo (Bergamelli?), che potrebbero anche diventare due nel caso in cui a partire fosse anche Cristian Longobardi.