Paul Pogba non vede l’ora di tornare in campo

Paul Pogba è tornato a parlare in patria e in particolare dalle pagine di GQ France della Juventus e della squalifica.

Paul Pogba è tornato a parlare in patria e in particolare dalle pagine di GQ France: “Prima di tutto, non vedo l’ora di giocare. E’ passato così tanto tempo da quando ho giocato a calcio. Non avrei mai immaginato di ritrovarmi libero in questo periodo della stagione. Non ho mai vissuto un trasferimento del genere”.

“Oggi ci sono proposte. Arrivano da ogni dove. Voglio vedere cosa mi si addice di più. Perché sono in un periodo cruciale della mia vita e della mia carriera. È una decisione che prenderò il tempo di soppesare. Queste prove mi hanno dato una determinazione in più. Mi sento come un bambino che vuole diventare un professionista. Sono tornato a essere il piccolo Paul Pogba di Roissy-en-Brie, che lascerà il segno”.

Capitolo Juventus: “Quando sono arrivato in Italia, mi chiamavano Balotelli. Avevo già il mohawk, le tinte, i balli celebrativi, ma anche i movimenti tecnici e tutto ciò che ne consegue. È la mia personalità, ho imparato il calcio così, per strada. In quella squadra, c’era spazio per esprimermi in modo diverso”.

“La squalifica? Se ci avessi messo quattro anni, avrei smesso di giocare a calcio. Non volevo dirlo pubblicamente, ma è quello che pensavo. Non ho capito. Perché? Mi hanno dato la pena massima, il che significa che non avevano davvero ascoltato nulla di quello che avevo detto loro. Prendevo la palla e giocavo da solo fuori. Mi arrangiavo con quello che avevo. Ma non volevo restare a Torino. La mattina portavo i miei figli a scuola, ed era proprio accanto al campo di allenamento, che sofferenza”.

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