L’avventura di Cesare Prandelli sulla panchina del Valencia si è conclusa in malo modo. L’ex ct della Nazionale è tornato sulla sua esperienza spagnola in una intervista nel corso di “Domenica Premium”, il programma in onda su Premium Sport.
“Quando sono mancati i presupposti per lavorare con trasparenza, mi sono sentito umiliato: mi hanno chiesto di fare l’allenatore e il dirigente, senza poi darmene la reale possibilità – spiega Prandelli -. Avevamo concordato che la priorità era l’acquisto di Zaza, con cui era tutto chiuso, e non ho potuto accettare il fatto che il presidente, dopo venti giorni in cui eravamo d’accordo, mi fosse venuto a chiedere se volevamo un centrocampista. Come a voler ricominciare da zero. Mi sono sentito umiliato e ho preferito rescindere un contratto di un anno e sei mesi: con questi soldi risparmiati magari ora possono fare mercato, visto che hanno problemi di fair play finanziario. Poi Zaza, dopo la mia rescissione, è arrivato lo stesso: penso che abbia le possibilità per fare bene. Il progetto Valencia era intrigante, ma in passato hanno fatto degli errori: hanno pagato cari dei giocatori e pensano che essendo la quarta squadra per monte ingaggi, di conseguenza dovrebbero arrivare quarti in classifica. Il loro è un approccio economico, non tecnico”.
Nel cuore dell’allenatore bresciano c’è sempre la Fiorentina: “Ho sempre detto che non me ne sarei mai andato, non aggiungo altro perché non voglio che si inneschino polemiche”.
Una chiosa finale su Mario Balotelli: “Sta facendo bene, sono sempre convinto che è tra i primi cinque al mondo, forse dovrebbe convincersene anche lui e fare solo il calciatore”.