L’ultima, infelice parentesi potrebbe essere ben presto dimenticata.
Roberto Mancini non è più il commissario tecnico dell’Arabia Saudita, ma è pronto a ripartire quanto prima su una nuova panchina. Che sia quella di un’altra selezione nazionale o magari quella di un club, il primo per lui dal lontano 2018 (quando lasciò lo Zenit San Pietroburgo e l’indomani divenne ct dell’Italia). A garantire per il suo futuro è il figlio, Andrea Mancini, che ne ha inquadrato progetti e stato d’animo dopo l’ultima, turbolenta settimana.
“Quando è andato in Arabia Saudita ci credeva, quindi per forza di cose adesso è dispiaciuto – ha dichiarato Andrea Mancini a ‘Radio Serie A’ -. Era convinto di poter fare un buon lavoro, e penso che al di là dei risultati qualcosa di buono sia arrivato. La sua esperienza è comunque enorme, perciò è già pronto a un progetto che possa sentire suo. E lì certamente farà bene”.
Andrea Mancini ha poi respinto la domanda sull’eventuale ripartenza del padre da un club o una nazionale: “Ora è prematuro parlarne. La sua carriera dimostra che è aperto a tutto, visto che ha lavorato in Arabia Saudita, ma anche allo Zenit o al Galatasaray, oltre che in Inghilterra. Deve però trovare un progetto nel quale possa credere e che lo faccia sentire appagato”.
“Qui ci vuole pazienza, soprattutto adesso che i giocatori locali non sono più titolari nei club. I dirigenti sono anche molto bravi ma non esiste ancora grande esperienza per un calcio ad alto livello. Sarebbe stata veramente dura qualificarsi, non avevo neanche il 50% dei titolari in campionato”, aveva dichiarato Roberto Mancini a ‘Il Messaggero’, dando la sua spiegazione ai problemi affrontati da ct dell’Arabia Saudita.