Mario Cipollini, in occasione del suo 50esimo compleanno, ha parlato anche a Tutticonvocati su Radio 24.
“Quando guardo la televisione mi viene in mente quando il sottoscritto, quando Pantani, quando Bartoli, quando Bettini, quando Ballerini, quando Tafi, quando tutta questa schiera.. quando Moser, Saronni, Argentin.. li citiamo tutti, quando quella squadra armata arrivava alla partenza, impauriva il mondo del ciclismo. Ora non ci considerano neanche dei vigili urbani”, ha detto.
“Qualche mese fa, quando si parlava di candidatura di Roma alle Olimpiadi, io personalmente mi sono permesso di telefonare al Presidente del Coni Malagò dicendogli: ‘Signor Presidente perché non fate una cosa vera, importante e salvate il ciclismo e fate una squadra e la chiamate Roma 2024?’. Iniziamo a fare un progetto ‘Roma’ in giro per il mondo con la bandiera italiana e riprendiamo tutti quei talenti che purtroppo sono sparsi in mondi diversi, in culture completamente diverse. Riportiamoli a casa: sicuramente stanno meglio loro, perché parlando italiano, mangiando italiano e parlando con gli italiani secondo me è un’altra cosa. Malagò naturalmente mi ha risposto da politico – ha aggiunto Mario Cipollini a Radio 24 – dicendo ‘bell’idea, vedremo.. vediamo se la candidatura va avanti, ne parleremo’.. e sempre così. Io ormai è noto un po’ a tutti: ho preso e sono andato a parlare a Berlusconi dicendogli di salvare il ciclismo. C’è bisogno di salvare il ciclismo secondo me, questo è il mio personalissimo pensiero. Quando guardo le corse, quando guardo il ciclismo e vedo che per decenni e decenni il frutto del ciclismo e del popolo italiano in qualche modo ha segnato, segnava una tradizione, segnava una linea, e ora alla fine noi siamo costretti a inseguirla (la linea, ndr) e difficilmente ci arriviamo. Questo mi dispiace, questo a me fa male, mi dispiace e basta”.