Riccardo Riccò è tornato a parlare.
Il ciclista, squalificato per doping fino al 18 gennaio del 2024, ha parlato del suo lavoro attuale svelando anche che ha rischiato di morire.
“Faccio il gelataio a Tenerife. Tutte le mattine mi alzo e via, a lavorare – le sue parole alla Gazzetta dello Sport -. Un amico mi ha insegnato l’arte e io ho aperto un locale. Mi piace fare il gelataio però non proverò mai l’amore che ho provato e provo per la bici”.
“Se per il doping ho rischiato di morire? Sì, di setticemia. Un batterio era finito nella sacca. Non si trattava di cattiva conservazione come molti hanno detto. Non tenevo il sangue nel frigo con la verdura, non sono scemo. Avevo un frigorifero apposito. Quando ho iniziato a stare male, non sapevo cosa fare e la situazione è precipitata. All’ospedale Baggiovara mi hanno acciuffato per i capelli. La situazione era così critica che non ho avuto neppure il tempo di avere paura. Però il rischio è stato altissimo. Non lo sa nessuno, ma una volta finito tutto sono passato in ospedale a ringraziare i dottori”.
Poi rivela che tornerà a correre: “Quando nel 2024 scadrà la mia squalifica avrò 40 anni. Sarò ancora competitivo. Se fossi allenato sarei più forte ora di prima. Fisicamente mi sento così. Ci sono squadre che mi vorrebbero. In caso contrario ne farei io una. Ma io prima o poi torno a correre”.