Claudio Costa, lo storico dottore della MotoGp, ai microfoni di Paddock ha teso la mano a Valentino Rossi dopo le incomprensioni degli ultimi anni e il litigio prima del Gran Premio del Mugello del 2010, che il Dottore non corse per la doppia frattura riportata sabato.
“Io con Valentino è un po’ che non parlo. L’ho sempre aiutato, ho fatto delle cose magnifiche con lui. Quando lui aveva una spalla malandata e io l’ho preparato per Le Mans, ha fatto pole ed era arrivato secondo a pochi millesimi da Lorenzo. Al Mugello pensavo di giocarmi la carta vincente e vederlo sul podio… Mi ha detto che gli era stato confessato che le mie terapie potevano aggravare la sua situazione e che sarebbe stato costretto ad operarsi a fine stagione. A quel punto gli ho detto che io non ho mai fatto niente per aggravare le situazioni di ogni pilota”.
“Gli ho detto che se lui pensava una cosa del genere offendeva la Clinica Mobile dove era stato fatto di tutto e di più per curare i piloti. Per cui non volevo che entrasse più nella Clinica. Il giorno dopo quando lui si è rotto la gamba l’ho curato io e gli altri si sono presi il merito”.
“Nel libro dedicato a Marquez ho chiesto scusa – continua Costa -. Nonostante la provocazione, ho sbagliato io. Perchè da medico avrei dovuto accettare questo suo dubbio, cercare di comprenderlo, fargli capire che non avrei mai fatto nulla di male contro di lui, se non fargli vincere la gara e il campionato del mondo. Quando alla fine dell’anno si è operato lo stesso mi aspettavo che venisse da me. Ma non è successo. Io ho reagito in nome di tutto quello che era stato fatto in Clinica. Questo mi ha fatto perdere di vista quella che era la missione più importante che mi ero prefissato: di aiutare ogni pilota in qualsiasi situazione”.