Una crescita da sottolineare, alcune scelte al muretto su cui fare le necessarie precisazioni.
Mattia Binotto è tornato a parlare della parabola della Ferrari negli ultimi due anni e mezzo, dalla monoposto del 2020 sistematicamente nella seconda metà della classifica, a quella di un anno fa tornata ad abitare il podio fino a quella del campionato corrente, tornata alla vittoria ma con tante occasioni sfumate. E nel sabato della vigilia del Gran Premio del Belgio, ha voluto fare il punto sulla situazione di Carlos Sainz e soprattutto Charles Leclerc.
“Il nostro obiettivo era tornare di nuovo competitivi, perché nel 2020 eravamo nudi. Ora siamo in giacca e cravatta – ha affermato Binotto, come si legge su ‘Repubblica’ -. Quest’anno abbiamo già raccolto 8 pole position su 13, sono in Ferrari da 27 anni e non era mai successo. E comunque non eravamo così forti da 21 anni”.
Binotto si è quindi soffermato sui punti che il Cavallino ha disseminato per strada, ripartendo in particolare dall’ultimo Gran Premio prima della sosta, con Charles Leclerc di nuovo penalizzato dalle strategie. “In Ungheria non abbiamo commesso errori. Abbiamo solo preso una decisione, una scelta che non ha funzionato. Ma più che le strategie il nostro problema è l’affidabilità, perché abbiamo avuto poco tempo per curarla. Tutti però sbagliano, tuttavia le critiche verso di noi sono maggiori. Perché la Ferrari è come se fosse la Nazionale”, ha osservato il team principal della Rossa.