La situazione si sarebbe risolta solo in piena notte
Il comunicato rilasciato dai piloti nella mattinata di sabato, che lascia trasparire unità di intenti fra i piloti di Formula 1, non racconterebbe tutto quanto accaduto nelle frenetiche ore successive all’attacco a uno stabilimento petrolifero a pochi chilometri dal circuito di Jeddah, dove la F1 è impegnata in questo fine settimana per il Gp dell’Arabia Saudita. Lewis Hamilton e George Russell della Mercedes, Fernando Alonso della Alpine, Pierre Gasly della AlphaTauri e Lance Stroll della Aston Martin avrebbero infatti “minacciato” di non correre, secondo una ricostruzione pubblicata da ‘La Gazzetta dello Sport’.
Il quotidiano milanese ha riportato quanto sarebbe accaduto tra venerdì sera e sabato mattina: i cinque piloti “dissidenti” avrebbero infatti allungato ulteriormente la riunione svolta al termine delle FP3, paventando l’ipotesi di lasciare il Gran Premio saudita qualora non fossero stati ulteriormente rassicurati sulle condizioni di sicurezza nell’area del tracciato, dopo lo spavento per l’esplosione di venerdì.
Secondo la ‘Rosea’ la “ribellione” sarebbe terminata solo a notte inoltrata, alle 2.30 circa, quando – ricevute tutte le rassicurazioni del caso – i piloti hanno sottoscritto il documento di cui avrebbero fatto cenno nel comunicato di sabato mattina.