Niente corse, ma tante polemiche nel circus di Formula 1. Il Mondiale continua a slittare e tengono banco nelle ultime settimane i tanti litigi tra le scuderie, divisi sul come muoversi per fronteggiare il pesantissimo danno economico provocato dalla pandemia di Coronavirus.
Nel corso dell’ultima riunione tra team, un gruppo di scuderie ha proposto la riduzione del budget cap da 150 a 100 milioni di dollari: nell’accesa discussione si era ipotizzato un compromesso a 130 milioni di euro, che secondo indiscrezioni sarebbe stato rigettato da Ferrari e Red Bull. Le due scuderie sostengono che i team più grandi debbano avere un tetto più ampio perché sono impegnati a sviluppare elementi da cedere alle squadre clienti.
A Sky il Ceo di McLaren Zak Brown ha sfogato tutta la sua rabbia: “Senza nove o dieci squadre non è una vera Formula 1. Ci sono un paio di team che devono fare attenzione, perché penso che stiano giocando con il fuoco. Serve una griglia completa per fare il nostro sport”.
Brown ha poi rincarato la dose: “Se continueranno a rendere il nostro sport insostenibile e un paio di squadre dovessero perdere l’interesse di esserci o non dovessero farcela economicamente, allora questi team correranno tra loro. Per loro è una piattaforma di marketing, ma dovrebbero pensare che nello sport è importante lottare in modo equo per far vincere il migliore”.
La Mercedes ha invece acconsentito alla limitazione del budget: “Hanno fatto un lavoro eccellente, hanno compreso la situazione in cui ci troviamo. Potete dedurre quali siano le due squadre a cui mi sto riferendo…”.
In una intervista di giovedì, il presidente della Fia JeanTodt aveva fatto sapere di essere pronto ad “imporsi in maniera autoritaria” se dovesse essere necessario.