Aveva 97 anni, e la sua voce ha accompagnato generazioni di appassionati di Formula 1 in tutto il mondo. Murray Walker è morto scatenando un cordoglio che si estende ben oltre i confini britannici. Perché la sua voce e il suo modo ironico di presentare i momenti più drammatici delle corse era rimasto unico e inconfondibile.
Giornalista e cronista di lunghissimo corso, Murray Walker (nato nel 1923) aveva impugnato il suo primo microfono nel 1948. La sua fama crebbe a livello prima nazionale e poi planetario, però, nel 1978: quello l’anno dei suoi esordi da voce in lingua inglese della Formula 1.
Dipendente della ‘BBC’, emigrò anche in ‘ITV’ quando quest’ultima ottenne i diritti di trasmissione della Formula 1. Quindi anche diverse emittenti del resto del mondo decisero di utilizzare il suo commento. Che rimase un punto di riferimento degli appassionati fino al Gran Premio degli Stati Uniti 2001, domenica del suo ritiro.
Sua la voce che ha accompagnato i trionfi di Andretti, Lauda, Piquet, Prost, Senna, Mansell, e il primo Schumacher. Sue alcune frasi rimaste indelebili nella storia della cronaca sportiva, e che le piattaforme della stessa Formula 1 ha voluto raccogliere per celebrarlo. Tra esse ricordiamo “L’auto che è in testa è assolutamente unica. Tranne quella che la segue che è identica”. Ma anche “Non c’è niente di sbagliato nella sua macchina. Tranne che è in fiamme”.
Uno stile unico, un garbo inconfondibile con una punta di sarcasmo tutto inglese. Questo era Murray Walker, voce inconfondibile della Formula 1 per ben 23 anni. E che non sarà mai dimenticata.