Dove non è arrivata la delusione, è subentrata la noia. A tre giorni dal sorprendente annuncio dell’addio alla Formula 1 al termine della stagione, Fernando Alonso è tornato sulla propria scelta, motivandola.
Come già anticipato nei mesi scorsi durante un’intervista in cui lo spagnolo era stato severo con la Formula 1 moderna, definita “senza emozioni”, la porta alla Formula 1 è chiusa perché… “L’azione in pista a mio parere è molto scarsa – ha detto Alonso da Silverstone durante la conferenza stampa di presentazione del WEC, a Silverstone – Non è più quella che sognavo quando ho esordito. In F1 si parla maggiormente di quanto accade fuori dalla pista, come polemiche e team radio ed è un brutto segno. Penso che ci siano altre categorie che forse offrono più gioia, felicità e un’azione migliore ed è quello che sto cercando di trovare”.
Parole chiare, che fanno pensare a un futuro tra Indy e gare di un giorno: “Nel 2003, 2004, 2008, 2009 e 2011 non ho vinto molte gare, ma era difficile prevedere cosa sarebbe potuto accadere a Spa e a Monza, mentre ora puoi già scrivere le prime quindici posizioni con forse uno o due errori. Così è dura, ma per me non è un problema, perché ho comunque ottenuto più di quello che sognavo”.
Eppure, come anticipato dal manager Flavio Briatore, una porta resta aperta: “Credo di trovarmi al miglior livello di guida in carriera, quindi perché chiudere le porte se qualcosa potrebbe accadere in futuro? Sono ancora giovane, non ho 45 anni, mi sento forte e quest’anno correrò 27 gare. Mi fermo per le ragioni che ho detto, ma chissà…”.