Chi l’ha detto che all’Olimpiade conta solo arrivare sul podio? Il quartetto italiano dell’inseguimento ha chiuso al 6° posto, ma quanto fatto da Filippo Ganna, Francesco Lamon, Simoni Consonni e Liam Bertazzo può davvero essere considerato come un’impresa. Ripescati pochi giorni prima della cerimonia d’apertura grazie alla non ammissione della Russia, gli italiani non si sono limitati a centrare un posto tra i primi 8, ma hanno addirittura ritoccato il primato italiano che già apparteneva loro.
Il tempo 3’55”724 (precedente primato 3’56”393) non è però bastato per entrare nella zona medaglie: per un solo centesimo la Nuova Zelanda si è conquistata la finale per il bronzo, persa poi contro la Danimarca. Nella finale per il 5° posto gli azzurri, sopraffatti dalla stanchezza, sono stati poi sconfitti dalla Germania.
Oro alla Gran Bretagna che al termine di una finale spettacolare ha avuto la meglio sulla mai doma Australia: per i britannici anche record del mondo, fissato in semifinale e poi ritoccato nello scontro per l’oro. Inevitabili i rimpianti nel pensare a cosa sarebbe potuto succedere se il poker italiano avesse potuto prepararsi per tempo.