Le parole di Aldo Costa
Aldo Costa è uno che avendo lavorato sia con Schumacher che con Hamilton può azzardare un paragone: “Michael e Lewis sono meno lontani di quanto si possa immaginare – le parole a quotidiano.net -. Entrambi hanno sempre avuto un approccio molto analitico. Sono meticolosi, molto professionali. Sanno che a certi livelli sono i dettagli a spostare l’equilibrio, a determinare il risultato. Appartengono a culture non sovrapponibili. Schumacher è stato l’ultimo driver di un’epoca in cui le macchine venivano sviluppate in pista, tramite continui test sull’asfalto. E in questo lui era formidabile, unico oserei dire. Lewis appartiene al tempo del simulatore. Lui non c’entra, sono cambiate le regole”.
“In breve: Michael stava sempre al volante, Hamilton quasi mai perché non può. Non a caso Schumi quando tornò a correre nel 2010, senza più i test in circuito, si trovò male, lui il simulatore lo odiava proprio. Schumi determinava lo sviluppo delle gomme con i suoi test, perché poteva farlo. Nell’era di Hamilton le gomme vengono battezzate prima dal fornitore unico e la grandezza del pilota sta nella capacità di far rendere al massimo da subito pneumatici che non conosce, che non ha contribuito a scegliere prima. E in questo lui è un maestro assoluto, come Michael lo era nel suo mondo”.
Il passaggio in Ferrari di Hamilton non ha sorpreso Aldo Costa: “Lui è un istintivo. Ha seguito il cuore. Non è una svolta dettata dal Dio denaro. Se verrà qualcuno con lui? Nel 2013 si presentò in Mercedes da solo e gli diedero del pazzo, si sa come è andata”.