Monza e Imola devono affrettarsi
Sul numero di Autosprint tutt’ora in edicola, con un articolo molto esauriente, Stefano Tamburini spiega perché sia necessario fare in fretta per potere vedere la Formula 1 in Italia anche tra qualche anno.
“Le intese per Imola e Monza scadono nello stesso anno in cui scadevano quelle per l’Albert Park di Melbourne, nel 2025, ma in Australia sono stati così abili da aggiungercene già da oggi altri dieci – scrive tra l’altro Tamburini -. Gli italici precedenti ci raccontano invece di patti raggiunti sempre in extremis. Anche perché non c’è mai un solo interlocutore da portare al banco della trattativa. Per il Gran Premio dell’Emilia Romagna e del Made in Italy, quello che si corre a Imola, i 20 milioni della quota annuale sono ripartiti tra due diversi ministeri (sette milioni dagli Esteri, cinque dall’Economia), tra la Regione Emilia-Romagna (cinque milioni), il Comune di Imola (due milioni) e l’Aci (un milione). A Monza l’esborso è di 25 milioni e anche qui c’è da mettere d’accordo governo nazionale, Regione Lombardia e Aci. Sia a Monza sia a Imola ci si è fermati alla soddisfazione per i buoni ritorni per l’indotto (fra le sei e le dieci volte quello che si investe) ma non è di questi giorni e neanche dei prossimi l’idea di giocare d’anticipo. Ed è una bruttissima notizia, perché anche qui come in pista i sorpassi non sono semplici. L’escalation è stata più rapida del previsto e dunque non è più tempo di trattative in extremis tipiche dell’era Ecclestone”.
“La matematica è implacabile, il limite dei 30 Gran Premi sognato da Domenicali difficilmente sarà raggiungibile, si potrà pensare a un limite di 25 ma, già con queste premesse, posto per tutti non ce n’è. Per far entrare la Germania, Belgio e Olanda potrebbero pensare a un’alternanza, la stessa cosa potrebbe accadere per la Spagna con il Portogallo. L’Italia al momento è l’unico Paese, Stati Uniti a parte, ad avere due circuiti nel calendario. Dopo il 2025 per tenerli entrambi, a parte i soldi (con un inevitabile rialzo), servirà anche un buon lavoro di diplomazia” aggiunge Tamburini, che chiosa: “Se si aspetta per il rinnovo all’ultimo momento, come fatto in passato, si rischia di trovare il calendario già ingolfato”