Emanuele Pesoli continua nella sua protesta contro la sentenza della Commissione Disciplinare, che lo ha squalificato per tre anni. Il difensore del Siena è ancora incatenato davanti alla Federcalcio, in via Allegri a Roma, e prosegue nello sciopero della fame.
“Oltre al direttore generale della Federcalcio, Antonello Valentini, non si è fatto sentire nessuno. Se aspetto il procuratore federale Palazzi? Aspetto almeno una sua chiamata per far sentire ai diretti interessati che vorrei questo confronto in aula. Ne va della mia vita e della mia famiglia. Se devo difendermi, voglio difendermi in un processo vero” ha detto l’ex giocatore del Varese, che ha ricevuto la chiamata del presidente dell”Aic Damiano Tommasi: “Mi aspettavo un appoggio da parte dell’Aic. Tommasi mi ha detto che ieri ci sono stati dei ritardi nell’inoltro del loro messaggio di solidarietà. Ci sono rimasto un po’ male, perchè sono qui da solo a lottare contro una cosa importante, perchè ne va della mia vita”.
Pesoli è stato accusato dai ‘pentiti’ Filippo Carobbio e Carlo Gervasoni di una tentata combine in Siena-Varese del 21 maggio 2011.