Sarà anche il colore della speranza, ma se si parla di acqua la situazione cambia. E di parecchio. L’anomalo colore delle acque del “Maria Lenk Aquatic Center” di Rio de Janeiro non ha colpito solo l’attenzione degli spettatori dei Giochi brasiliani, ma ovviamente anche dei protagonisti delle gare.
Perché campioni e campionesse, aspiranti fuoriclasse e meteore del mondo dei tuffi si sono dovuti gettare proprio là, in quelle acque verdi già da un paio di giorni, pare all’origine a causa della rottura dei filtri. Acque che però sono rimaste diversamente colorate, che promettevano molto poco prima di “assaggiarle” e che poi si sono confermate come temuto: inquietanti e maleodoranti.
Tania Cagnotto era stata tra le prime a lanciare l’allarme, poi il caso si è allargato fino a costringere l’organizzazione a chiudere la “piscina dei misteri”. Perché l’acqua è di quel colore? La motivazione ufficiale è l’acqua gelata, che impediva agli atleti di allenarsi.
Volendo scherzarci sopra, sembra di essere tornati all’epoca della mucillagine che aveva invaso i mari italiani a fine anni ’80, se non fosse che la vicenda è estremamente seria. Sul piano dell’immagine e pure della salute, dato che il re britannico dei tuffi, Tom Daley, non le ha mandate a dire commentando la notizia della chiusura della piscina: “Speriamo non significhi ci siamo tuffati in qualcosa di pericoloso in questi ultimi due giorni!”. Pure il tedesco Stephan Feck su Instagram c’è andato giù pesante, lamentandosi per il cattivo odore, ma dall’organizzazione si ribadisce che non ci sono rischi per la salute.
La piscina, come anticipato dal Cio, ha poi riaperto alle 18 italiane per gli allenamenti e le qualificazioni del trampolino da 3 metri: Tania Cagnotto in semifinale con il 4° miglior punteggio, solo 19° posto per Maria Marconi, eliminata.