Jorge Lorenzo ha parlato a Espejo Público della sua vita dopo l’addio alle corse, a suo dire migliore di quando duellava con Valentino Rossi: “Sono più felice di quando correvo, sono uno molto perfezionista, e quando faccio qualcosa lo faccio al 1000×1000. Pensavo tutto il giorno a come essere migliore. Doppia seduta quasi ogni giorno con 6 o 7 ore di allenamento… Mi manca vincere, sono sempre stato molto competitivo, quello che mi piaceva era vincere, ancor più che andare in moto”.
“Nel 2019 ho firmato per la Honda, è stato super emozionante, si parlava di Dream Team con Marquez. La Honda però era una moto sorprendentemente complicata. I risultati non sono arrivati. Non ho resistito, anche se avevo ancora un anno di contratto”.
Chiosa sul rapporto col padre: “È stato lui a mettermi in questo mondo, era la sua passione. Mi ha costruito la mia prima moto a tre anni per la mia prima gara. Mio padre era come un sergente, una specie di Hitler, un allenatore di ginnastica cinese tipo o russo. Mi ha insegnato molti valori sportivi, come la disciplina, che nulla accade per fortuna”.