Max Biaggi sarà l’inviato speciale di RTL 102.5 – la radio più ascoltata d’Italia con 6.957.000 ascoltatori – per il Mondiale MotoGp che prenderà il via il prossimo weekend dal circuito di Losail, in Qatar.
A partire dal Gran Premio del Qatar, Biaggi seguirà tutte le gare raccontando i retroscena, i dettagli tecnici, i segreti del paddock e intervistando ‘one to one’ tutti i più grandi protagonisti del motomondiale.
“Sono molto contento, è una bella opportunità per raccontare a tutti gli ascoltatori di RTL 102.5 quella che è la MotoGP vista da dentro. Andrò in loco in Qatar, in Malesia, a Jerez, in Austria e in tanti altri circuiti e racconterò tutto quello che succede, le chicche, quello che non si vede, le cose più tecniche e dettagliate – ha dichiarato questa mattina Max Biaggi ai microfoni di RTL 102.5 durante “Non Stop News” -. Ci saranno poi le interviste one to one, un modo più intenso per conoscere i protagonisti di questo bellissimo sport. Mi piacerebbe intervistare anche Valentino Rossi, perché no? Non ci parliamo da un bel po’ di tempo, alcuni anni, sarebbe una grande occasione”.
A chi gli chiede pronostici per il GP del Qatar, Biaggi risponde: “Vediamo come vanno le prove, siamo tutti curiosi perché questa stagione si preannuncia molto forte, soprattutto con l’ingresso di Maverick Viñales, che è il volto nuovo: giovanissimo, non ha vinto ancora molto ma ha tante possibilità. Poi su questa moto, la Yamaha lasciata libera da Lorenzo, sarà un po’ il compagno scomodo di Rossi, tutti vorranno vedere come andrà a finire tra i due, ma poi sappiamo tutti che Valentino è sempre un grande talento che non ha bisogno di presentazioni”.
Proprio sulla questione della “rivalità” con Valentino Rossi e di quanto la necessità di confrontarsi con dei campioni lo abbia aiutato a crescere, Biaggi dichiara: “C’era anche Doohan, australiano ‘cannibale’, sì, e devo dire la verità il dualismo lo vivevo solo sportivamente, poi mi rendevo conto che questo generava interesse e attenzione ed era anche linfa degli sponsor e dello sport, ma io rimanevo sempre sulla gara, della preparazione del weekend di gara e molte volte cadevo negli ami che mi tiravano i giornalisti. Anche a Valentino è successo più di una volta e ci siamo fatti animare da questo periodo molto lungo, e anche bello, lui lo ha detto anche recentemente che quasi invidia quei momenti che non ci sono più, perché era un dualismo bello, sano, non come ora, e il l’ho letta anche con un po’ di nostalgia che un po’ti gratifica. A me ha lasciato molto perché è stato il momento più acuto della mia vita dove sportivamente parlando c’è stato il dualismo più importante che mi ha portato tanto e ovviamente Valentino è stato più scaltro e anche più forte, perché ha vinto molto di più. Nel nostro periodo giocava in casa, eravamo connazionali e si giocava tutto sull’Italia, negli ultimi anni è stato più Italia- Spagna, c’erano più spagnoli e lui era solo contro tutti, e non si è potuto forse difendere sotto tutti gli aspetti, anche mediatici. Quando combatti un mondiale contro due spagnoli fortissimi è normale che ci sia un po’ di sconforto, però c’è ancora possibilità per lui di rifarsi, perché in questo campionato che sta per partire lo vedo bello agguerrito e dalla sua parte ha tantissima esperienza. Per me potrà fare molto bene”.
‘Il Corsaro’, così lo chiamano da sempre gli appassionati, ha anche parlato del suo Max Racing Team, squadra che ha fondato e che porterà al campionato italiano con i giovanissimi Del Bianco e Baldini: “Tutti i talent scout sperano di avere tra le mani il giovane che avanza e per fortuna anche Valentino ha fatto la sua Academy che dà la possibilità a molti ragazzi magari di affermarsi. La stessa cosa ho fatto io, ma ho voluto farlo per due sole persone: Alessandro Del Bianco che ha 18 anni e Davide Baldini, che ne ha 14, e non dico che ci ho puntato ma è una grande speranza. Do loro la possibilità di poter correre e di stare a contatto con le persone giuste che ti indirizzano e ti consigliano e ti danno quello che normalmente acquisisci negli anni, poi sta a loro, perché non è che puoi dargli una moto che va molto più veloce degli altri o vantaggi veri, gli dai il supporto, gli indichi la via. Io non sono solo il padrone di questo team, ma il compagno, l’appassionato, il tecnico, gli do una mano, non subentro veramente come deve fare il capo meccanico che ha il suo ruolo istituzionale”.