Carlo Pernat fa un’ammissione su Valentino Rossi
Il manager della MotoGp Carlo Pernat in un’intervista a Il Giornale ha parlato dell’attuale momento del Motomondiale partendo dal passato: “Se penso da dove siamo partiti e dove siamo arrivati oggi, mi dico: ma dove diavolo siamo finiti? È tutto un altro mondo rispetto a quello che ho trovato agli inizi, dove prevaleva la voglia di divertirsi, il pilota era trasgressivo, piuttosto che salutista e perfezionista come oggi; e poi ci si conosceva tutti, c’erano grandi rivalità e grandi amicizie ma si stava spesso tutti insieme. Per la prima metà abbondante di questi mille GP il Mondiale è stato un circo di zingari, vestiti ognuno a modo suo, un po’ improvvisati se vogliamo ma ricchi di personalità”.
“Tutto è cambiato con l’era di Valentino Rossi che ha dato grande popolarità al motociclismo da corsa – ha continuato Pernat -. Sono arrivate in circuito persone che non sapevano niente di moto, affascinate dal campione- personaggio. Alla fine è stato un bene ma ha portato grandi trasformazioni, l’era dello sport pane e salame dove tutti erano amici è finita e chi l’ha vissuta la ricorda con nostalgia. Era un motociclismo romantico dove dopo la gara si ritrovavano tutti a bere una birra. Oggi non più”.
Sui piloti che hanno fatto la storia: “Valentino Rossi naturalmente, poi Randy Mamola che faceva ballotta con tutti ed era sempre di buon umore; non ha mai vinto il titolo ma era un trascinatore. E Kevin Schwantz, una sorta di Rossi made in Usa. Agostini è la figura principe del motociclismo. È stato il precursore ed è rimasto il personaggio vero, l’appassionato vero”.