Romano Fenati è tornato a parlare dopo la clamorosa rottura consumatasi con lo Sky Racing Team VR46. Il centauro ascolano lo ha fatto con ‘La Stampa’.
“Si è scritto di liti e pass da me tirati in faccia, ma non è assolutamente accaduto nulla di ciò. Ho semplicemente chiesto spiegazioni al mio capotecnico sul perché avessi un distacco così grande in qualifica. Poi c’è stata una riunione fra mia madre, che è l’amministratore delegato della società che cura i miei interessi, e i responsabili del team. Io, per contratto, avrei dovuto avere un mio personale tecnico delle sospensioni e questo punto non era stato rispettato. Si è cercato un accordo per proseguire la collaborazione, ma non è stato trovato”, ha raccontato.
“Provo fastidio quando vedo ingiustizie o superficialità – ha aggiunto -. Allora cerco di avere spiegazioni. E’ giusto maturare tecnicamente, ma una persona deve rimanere se stessa. Non si può cambiarla o costruirla a tavolino, per me è meglio un ‘vaffa’ detto in faccia che una coltellata alle spalle. Non mi sentivo me stesso. Diciamo che venivo indirizzato, era tutto pre-costruito, mentre io sono un tipo istintivo”.