Il 15 volte campione del mondo: “Finché c’è vita c’è speranza”.
Giacomo Agostini, 15 volte campione del mondo, in un’intervista al Corriere della Sera ha parlato del suo record, destinato a durare ancora dopo il lungo digiuno di Valentino Rossi e il grave infortunio di Marc Marquez: “Valentino ha avuto una gran carriera. Alla sua età è difficile emergere, ma finché c’è vita c’è speranza. A Marquez, invece, ho solo detto: “Mi hai dato un anno di respiro in più”.
“Marc ce la può fare? Dipende da lui, potrebbe batterlo. Valentino si era avvicinato, ma ora non vince da un po’. E si diventa vecchi, non giovani”.
Nell’intervista al Corriere Agostini ha raccontato alcuni aneddoti dei suoi tempi: “Non rinnego i miei tempi. Ero felice, era tutto più umano. Eravamo una famiglia anche se l’amicizia era relativa, essendoci di mezzo la rivalità. Era una vita dura: terminavo una gara sotto la pioggia e non potevo cambiare la tuta. Al box preparavano la moto per l’altra prova e prima del via mi portavano una pentola d’acqua calda; mettevo dentro i piedi per qualche minuto, poi sostituivo le calze. Ma tuta e stivaletti restavano fradici”.
I tanti colleghi scomparsi: “In certi anni addirittura uno a gara. Al Tourist Trophy, dove ho vinto 10 volte, sono deceduti, a oggi, 250 piloti. È pericoloso. Però correre lì dà emozioni uniche: hai buche, asfalto, salite, discese, salti, rotaie, dossi. In ogni giro, da 60 km, trovi le quattro stagioni. Ma se guardi al pericolo… Ecco, non devi pensarci. Certe cose le fai solo da giovane. Quando torno per i revival mi dico: Mino, eri matto”.