Quando pensi al Tourist Trophy Isola di Man in versione tricolore un nome su tutti balza alla mente. Stefano Bonetti è il pilota non britannico più veloce di sempre al TT. Con 10 titoli italiani nel CIVS, 2 europei e 10 partecipazioni al Tourist Trophy, Bonny è il Re della Salita. 39 anni di Bergamo, il suo primo parco giochi sono stati i saliscendi delle strade che costeggiano il lago d’Iseo a pochi chilometri da casa. Quella di Stefano è la storia di un pilota vero, che ha costruito la sua carriera con passione e sacrificio partendo da zero.
Da dove nasce questa passione per le corse in salita?
“E’ partita come un’avventura tra amici. Comprai la prima moto a 16 anni e debuttai in pista nel Campionato Italiano Sport Production 125 solo ai 18 perché i miei non mi davano l’autorizzazione a correre. Il budget però era proibitivo così sono passato alle gare in salita che avevo scoperto grazie a Caiman, uno dei miei migliori amici insieme a Cristian. In quegli anni eravamo inseparabili. Toglievamo i sedili dalla Fiesta di Cristian, smontavano le forcelle e le ruote, caricavano la moto e via alle corse all’insaputa dei genitori. Inizia a correre nel CIVS nel 2001, mi veniva facile perché i percorsi mi ricordavano le strade che costeggiano il lago d’Iseo, vicino a casa mia. Allo stesso modo mi è sembrato subito familiare anche il tracciato del TT, quando ho debuttato nel 2004 con Guy Martin, che chiuse primo tra gli esordienti. Io arrivai 22° assoluto e secondo tra gli esordienti a solo un decimo da Guy Martin”.
Che cosa rappresenta per te il TT?
“Il TT è la vera sfida contro se stessi, si corre contro i propri limiti, non contro gli altri. Amo il TT perché è una corsa vera per uomini veri che guarda all’essenziale. La pista è un mondo di fighetti che cura l’immagine, ma dove i rapporti sono sempre più formali e distanti. Nelle corse su strada, invece, conta solo che la moto vada forte. I colori della livrea o della tuta sono un dettaglio. Si guarda al sodo! L’atmosfera del TT poi è bellissima. Tolto il casco, siamo tutti amici, ci si aiuta. Il TT è una corsa per gli uomini che hanno gli attributi”.
Alla tua decima partecipazione, c’è un’edizione in particolare che ricordi?
“Sicuramente il 2012, nel bene e nel male. Mi spiego. Il 2012 è l’anno in cui ho centrato i migliori risultati: 5° assoluto nella Superstock alla NW200 e il 12° piazzamento nella Superstock e secondo fra i privati. Due prestazioni incredibili per un super privato come me. Fui così invitato a partecipare al GP di Macao. L’esperienza non fu delle migliori. Rimasto senza freni nelle prove sono finito contro un muro di gomme ad oltre 160 km/h, mi sono rotto tutto quello che si poteva rompere. L’operazione per fissare le fratture agli arti e a tre vertebre è durata 19 ore, ma sono stato fortunato a trovare un equipe medica bravissima”.
Quali sono gli obiettivi per l’edizione 2016?
“La sfida è scendere sotto il muro dei 18’ con una Superstock privata, migliorando il record italiano di 18’06 percorso ad una media di 202 km/h. Limare quei 6 secondi al giro su un percorso di 60 km è una vera impresa. Punto anche a vincere la categoria dei privati. Con i professionisti infatti non puoi competere perché hanno moto da oltre 200.000 euro, mentre la Kawasaki con cui corro è una moto praticamente di serie”.
Il TT scatta il 28 maggio con una settimana di prove e una di gare. A quali classi parteciperai?
“Correrò in tutte le categorie. Ho appena comprato la nuovissima Kawasaki ZX10 1000cc, la moto di Jonathan Rea, per intendersi, con cui correrò sia la Stock sia la Superbike. Stiamo lavorando sulla moto ma la preparazione è volta soprattutto a renderla più robusta. I componenti sono tutti di acciaio per una maggiore resistenza perché la gara è impegnativa e dura ben 1 ora e 50 minuti e l’asfalto è molto sconnesso. Disputerò invece la categoria Lightweight in sella ad una Paton. Mi piace molto l’idea di questo binomio tutto italiano e punto al successo. Lo scorso anno la Paton è tornata sul podio grazie a Michael Rutter, figlio di Tony (vincitore al TT per ben 7 volte) per cui voglio fare bene”.
E’ on line il nuovo sito di Stefano Bonetti: www.stefanobonny.it