“La situazione è che dopo, o meglio durante la gara, quattro costruttori che sono Aprilia, Honda, KTM e Suzuki hanno presentato un reclamo alla direzione rispetto a quella appendice che abbiamo montato sotto il forcellone delle moto 2019. Il pannello degli steward e dei commissari si è riunito dopo la gara e ha respinto questo reclamo, ma queste stesse quattro case hanno fatto appello contro questo primo grado di giudizio e il secondo grado di giudizio in pista, che sono i commissari di appello, hanno deciso di non avere abbastanza elementi per poter prendere una decisione adeguata sul luogo e hanno rimandato la decisione al terzo di giudizio previsto dalla federazione internazionale motociclistica. La corte di appello della FIM si riunirà nei prossimi giorni, onestamente non sappiamo quando. Sarebbe bello che tutto questo avvenisse prima del prossimo Gran Premio di Argentina, ma non è nelle nostre mani”. Lo racconta il Paolo Ciabatti, direttore sportivo della Ducati Corse, a Tutti Convocati, su Radio 24.
“Noi abbiamo montato questo particolare che è stato previsto dal regolamento, o meglio da una circolare esplicativa inviata a tutti i costruttori i 2 marzo dal direttore tecnico del campionato che si chiama Danny Aldridge e l’abbiamo ovviamente realizzato in linea con i dettami di questa – aggiunge il dirigente della Casa di Borgo Panigale -. L’abbiamo anche fatta e vedere e approvare dal direttore tecnico del campionato, che è anche quello che prevede il regolamento. Il regolamento prevede che alcuni particolari, soprattutto quelli che riguardano l’ambito diciamo aerodinamica e appendici attaccante alla moto, devono essere realizzati all’interno di certi parametri e devono essere approvati dal direttore tecnico del campionato. Questo è quello che abbiamo fatto. Lo abbiamo usato perché il direttore tecnico del campionato, che è la persona deputata a dire se una cosa va bene o meno ci ha detto che andava bene. Se l’abbiamo utilizzato in gara, è perché pensiamo di essere perfettamente in regola e in regola anche per il futuro. Ci sarà un grado di giudizio e ci dirà se noi e la Federazione abbiamo ragione perché, ripeto ancora una volta, che questo particolar andava bene e si poteva usare”.
“Dal nostro punto di vista riteniamo che essendo stati pionieri in una serie aspetti dello sviluppo della moto che sono stati trascurati da altri costruttori abbiamo sempre fatto qualcosa di innovativo, ma d’altronde che per provare a battere colossi come Honda, Yamaha e Suzuki, un’azienda delle nostre dimensione, debba usare il genio e l’inventiva dei nostri ingegneri all’interno del regolamento – prosegue Ciabatti -. Nel 2015 abbiamo presentato le famose ali, che durante l’anno abbiamo sviluppato, inizialmente ci prendevano in giro tutti, a fine anno le usavano tutti. Nel 2016 le abbiamo ulteriormente sviluppate e sono state vietate perché dicevano che erano pericolose e che un pilota poteva agganciarsi. E’ stato rimodificato il regolamento rendendo la carena come qualcosa cui si poteva togliere qualcosa e noi ci siamo presentati con delle ali componibili. Sono state vietate anche queste. Quindi quest’anno c’è un’ulteriore restrizione sull’aerodinamica, ma credo che non sia il modo corretto di portare avanti la gestione del campionato perché se un’azienda investe in un area consentita dal regolamento e trova un vantaggio, credo sia corretto che questo vantaggio se lo possa tenere e sta agli costruttori chiudere il gap, se sono in grado di farlo”.
“Diciamo che il fatto che loro avrebbero sporto reclamo a fronte dell’utilizzo da parte della Ducati di un particolare approvato dal direttore tecnico del campionato dimostri che non c’è grande fiducia nell’operato della Federazione e del direttore tecnico del campionato – la conclusione del direttore sportivo della ‘Rossa’ -. Se avessero fatto presente prima che avevano dei dubbi, questi dubbi si sarebbero chiariti nelle sedi opportune. Faccio presente che questa famosa circolare è del 2 marzo, quindi c’era tutto il tempo. volendo, per sollevare dei problemi o un’eccezione. Noi ci saremmo adeguati. Ma nel momento in cui la persona deputata dal regolamento della FIM dice che la soluzione tecnica è conforme al regolamento, e lo dice alla Ducati, la Ducati la usa e non capisco perché non avrebbe dovuto usarla solo perché un altro costruttore non è d’accordo. Credo che il costruttore che non è d’accordo debba, eventualmente, far valere le sue ragioni all’interno della Federazione o magari nell’Associazione dei costruttori e far presente perché non è accordo: a noi ci era stato detto, da chi ce lo doveva dire, che era perfettamente legale”.