La Federazione Motociclistica Italiana a dieci giorni dal Gran Premio d’Italia presenta la gara del Mugello concentrandosi sul più grande interprete del tracciato toscano: Valentino Rossi.
“Veder guidare Valentino Rossi al Mugello è una di quelle cose che, prima o poi, bisogna fare nella vita – è l’incipit dell’articolo del mensile della Federazione, Motitalia -. La pista toscana non ha bisogno di essere definita tempio o cattedrale e nemmeno università; lo sanno anche i bambini che è uno dei tracciati più spettacolari, tecnici e impegnativi del mondo. Quando un grande pilota lo interpreta al meglio, si può davvero parlare di un’opera d’arte”.
“Rossi è uno dei pochi che riesce ad essere veloce anche cambiando questa linea e lo ha fatto vedere in passato con sorpassi apparentemente impossibili. Perché il talento e l’esperienza uniti riescono a fare anche questo tipo di miracolo. Del resto, a livello mondiale, Valentino ha iniziato a vincere al Mugello nel 1997 con l’Aprilia 125 (con tanto di giro d’onore con una bambola gonfiabile fissata al codino della sua moto!) e ha martellato senza pietà nel 1999 con la 250 e dal 2002 al 2008 con la MotoGP (Honda e Yamaha). C’è stata un’epoca in cui i rivali sapevano già che con Rossi in azione su quella pista c’era poco da sperare, al massimo un podio.Poi la caduta del 2010 alle Biondetti. Una frattura alla gamba che poteva segnare la fine di un mito. E invece Rossi è ancora a giocarsi il titolo, esattamente come lo scorso anno e la pista italiana è il teatro di una sfida al calor bianco con i suoi rivali di sempre, Lorenzo e Marquez su tutti, naturalmente”.
Ma il digiuno nella pista più amata dura dal 2008: “Rossi arriva al Mugello con un’idea sola: interrompere un digiuno che dura dal 2008, ma soprattutto con il sogno di rendere sempre più robusta la sua classifica e tentare la grande impresa che gli è sfuggita lo scorso anno: la conquista del decimo titolo iridato. Un sogno che servirebbe a rendere ancora più grande la sua storia sportiva, un’impresa ritenuta impossibile o quasi per un pilota di 37 anni”.
“Naturalmente per tentare questa grande impresa, ovvero battere piloti velocissimi come Lorenzo e Marquez, servirà anche un grande supporto da parte del pubblico. Non è difficile immaginare il Mugello strapieno con le nuove tribune gremite e colorate soprattutto di giallo”.
Il pubblico darà una marcia in più al Dottore nella sua sfida contro gli spagnoli: “Un bel colpo d’occhio di sicuro, ma ricordiamoci una cosa importante: il tifo può essere positivo e colorato, la cattiveria ultrà no. Non fa parte della storia del motociclismo ed è un peccato che da qualche anno faccia capolino sugli spalti. No, questo non ci vuole, anche perché questa gara sarà vista in tutto il mondo e sarebbe opportuno mostrare una faccia educata, civile, geniale e divertente del nostro Paese. Capito il messaggio? Va bene supportare al massimo la più grande leggenda motociclistica in azione in pista, ma senza trascendere. E senza dimenticare i tanti piloti italiani impegnati nelle tre classi e le due Marche che corrono in MotoGp, Ducati e Aprilia”.